In questo periodo di scambio semi, spesso parliamo di semi puri da frutti allegati in isolamento. Cosa significa e perche' e' così importante effettuare isolamenti?   Com'e' noto, i peperoncini si ibridano facilmente tra loro, sia tra varieta' diverse della stessa specie che, in minor misura, tra specie diverse.   La possibilita' dell'incrocio interspecifico mi sembrava contraddittoria quando mi sono avvicinato per la prima volta alla coltivazione dei Capsicum e ho cercato di capirci qualcosa di piu'; dai miei studi ricordavo che uno dei criteri per assegnare due organismi a specie diverse e' appunto la impossibilita' di generare ibridi fertili. Mi ero pero' dimenticato la precisazione finale di questa regola: "in natura". In condizioni naturali possono esserci barriere fisiche, ecologiche o etologiche che impediscono l'ibridazione, anche tra organismi molto simili; pensiamo banalmente alla distanza geografica (felini asiatici-sudamericani) o a problemi di dimensioni (alano-chihuaha). L'isolamento riproduttivo implica percorsi evolutivi diversi che alla lunga porteranno a differenziazioni sempre maggiori, fino alla vera impossibilita' fisica di incrocio.   Nelle nostre coltivazioni, specie diverse che in natura avrebbero poche possibilita' di incrociarsi, sono poste a stretto contatto e l'ibridazione interspecifica e' in certi casi possibile.   A queste considerazioni si deve aggiungere che la differenziazione delle specie nell'ambito del C.annuum complex e' ridotta, al punto che l'iopotesi che C.annuum, C.chinense e C.frutescens siano in realta' una specie unica gode di qualche considerazione (personalmente non sono d'accordo).     Quel che conta ai fini pratici e' che i peperoncini possono ibridarsi tra loro. I risultati dei semi frutto di ibridazione sono piante con caratteristiche intermedie tra quelle dei genitori, non determinabili a priori e potenzialmente diverse per ciascun seme.   Questa particolarita' puo' produrre risultati interessanti e a volte spettacolari, ma purtroppo instabili. La presenza di caratteri recessivi nel patrimonio genetico puo' far riapparire caratteri nascosti in generazioni successive e, in generale, e' fonte di grande instabilita'.   Per ottenere piante conformi agli originali e' necessario impedire l'impollinazione incrociata tra piante diverse. Poiche' l'azione del vento e' praticamente nulla nel caso dei Capsicum (a causa delle caratteristiche del polline), e' sufficiente un isolamento che impedisca l'azione degli insetti impollinatori (api, bombi, sirfidi ecc). La soluzione piu' semplice, comunemente adottata, e' isolare rami con boccioli chiusi (senza frutti o fiori aperti) in modo che al momento dell'apertura dei fiori sia impedito l'intervento di insetti. Tipicamente si utilizzano sacchetti in tessuto non tessuto o tessuto antiafidi, posizionati prima dell'apertura dei fiori e rimossi (marcando i frutti allegati) dopo la formazione dei frutti. Altre tecniche prevedono l'isolamento di tutta la pianta (con sacchetti di grandi dimensioni o miniserre), oppure la coltivazione in serre apposite a prova di insetto; quest'ultima soluzione e' comunemente adottata per produzione di semi in quantita' industriali. Altra possiblita' e' la monocoltura, cioe' la coltivazione di una sola varieta' lontana da qualsiasi altra varieta' ibridabile. La distanza dovrebbe essere teoricamente superiore al km (gli impollinatori volano lontano!), ma una buona sicurezza si ha gia' con distanze di qualche centinaio di metri, soprattutto se si raccolgono i frutti per estrarre i semi nel mezzo della monocoltura; l'idea e' che un impollinatore con polline estraneo lo lascia sui primi fiori visitati, ai margini della coltibvazione, e intanto si sporca del polline raccolto nella coltivazione stessa.   Ma perche' e' tanto importante isolare e tentare la prioduzione di semi puri? Dopo tutto ci sono tanti venditori di semi, per le nostre coltivazioni amatoriali sarebbe facile reperire ogni anno buoni semi a prezzi ragionevoli.   A mio avviso una delle motivazioni principali che ci deve spingere ad un maggiore impegno nell'isolamento e' la responsabilita' che abbiamo nel mantenimento di linee pure. La nostra passione ci spinge a coltivare molte specie/varieta' e anche a tentare nuovi ibridi. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. In soli 6 anni dalla scoperta dei super-hot, le varieta' si sono moltiplicate a dismisura (e questo e' in qualche misura positivo), ma spesso le varieta' storiche e originali che si trovano in circolazione sono snaturate rispetto a qualche anno fa. Non e' insolito trovare in commercio o nelle coltivazioni di appassionati piante di Naga morich o Bhut Jolokia molto diverse dai primi frutti apparsi nel 2006.   Credo che sia nostro compito e responsabilita' cercare di salvaguardare queste linee pure il piu' a lungo possibile. Per alcune varieta', per esempio i super-hot indiani, c'e' sempre la possibilita' di "ritornare alle origini" ripartendo dai semi di grandi monocolture nelle zone di origine (Assam, Bangladesh ecc). In altri casi pero', in particolare per le varieta' superhot di Trinidad, la situazione e' molto piu' critica. La coltivazione di molte varieta' in un'area ristretta (una piccola isola) favorisce continue ibridazioni anche nelle zone di origine. Di fatto, Scorpion,, 7Pod, Douglah e Morouga, se mai sono esistiti davvero in forma pura, sono fortemente a rischio.   Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscere queste varieta' nella loro forma originale, dobbiamo impegnarci a fondo per contribuire alla loro sopravvivenza.   [continua]