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Frenzgyn

Frenzgyn 2020: How soon is now?

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Malle

Qual è questo fertilizzante idrosolubile con microelementi?

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Frenzgyn

Concime idrosolubile per agrumi, della Gesal.

Niente di particolare, anzi credo di averlo pagato pure caro (350g, 3,50€), semplicemente mi serviva qualcosa al volo, credo ci siano prodotti nettamente migliori e più a buon mercato con confezioni più grandi (comunque se ne usano pochi grammi ogni 3/6 litri di acqua, quindi mi dura un po', visto che non fertilizzo costantamente ogni 10-15 giorni, ma solo in casi particolari).

Ho specificato non perché credo che la pianta si sia ripresa grazie al pochissimo concime in acqua (che era giusto per darle qualcosa), ma perché si era parlato di "trapianti stressanti" e più stressante di spostare una pianta da terriccio, lavarla, metterla in acqua e poi di nuovo in terriccio, credo ci sia poco.

Semplicemente, in casi estremi, per piante visibilmente compromesse, è un tentativo che si può fare, se ci interessa l'esemplare in questione.

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Malle

Ok grazie...

 

io essendo inesperto ho optato per il concime bio compo idrosolubile, perché cmq credo che avendo messo lo stallatico dalla metà verso il fondo del vaso ora abbiano bisogno di qlc.

 

lo metterò ogni 10 giorni...peró se esistono concimi migliori sono tutto occhi e sarò felice di conoscerli...magari qlcosa che sia migliore per il periodo di fruttificazione? Se possibile qlc non di sintesi chimica 

 

grazie 

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Frenzgyn

Non dare niente se non mostrano carenze.

Non ricordo esattamente che terriccio hai usato per riempire il vaso, ma ad ogni modo spesso sono già leggermente concimati (danno tranquillamente nutrienti alle piante per il primo mese circa). Se ricordo bene hai esagerato con lo stallatico, quindi non dare NULLA a scopo preventivo.

Con i fertilizzanti si fanno più danni che senza.

Per la cronoca, guardando in etichetta, noto che il concime che ti ho descritto è comunque fabbricato da COMPO Italia S.r.l. , da qui mi spiego il prezzo :D.

 

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gianni48
On 16/6/2020 at 22:09, L0rdn40 said:


Ti do un consiglio, contatta qualcuno che fa le derattizzazioni e compra le trappole con esca tipo queste: https://www.amazon.it/dp/B07F381G11/ref=cm_sw_r_cp_api_i_eAs6Eb6QM0X7C

 

Lo so, fanno una brutta morte ma almeno così non rischi possano mangiarle altri animali e risolvi il problema in poco tempo, manco puoi andare avanti così... Se vuoi qualche consiglio a riguardo scrivimi e provo a chiedere ad un amico che fa questo.

Per favore, chiedi al tuo amico che cosa potrebbe succedere se un gatto mangiasse un topo avvelenato con queste esche; qualche anno fa un gatto di un vicino è morto dopo lunghe sofferenze per emorragie interne e io penso che abbia mangiato un'esca avvelenata destinata ai ratti e mal protetta ma potrebbe anche aver mangiato un ratto moribondo. 

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L0rdn40
39 minutes ago, gianni48 said:

Per favore, chiedi al tuo amico che cosa potrebbe succedere se un gatto mangiasse un topo avvelenato con queste esche; qualche anno fa un gatto di un vicino è morto dopo lunghe sofferenze per emorragie interne e io penso che abbia mangiato un'esca avvelenata destinata ai ratti e mal protetta ma potrebbe anche aver mangiato un ratto moribondo. 

 

Ho due gatti che spesso mi “regalano” dei topini morti ed ho diverse trappole da un bel po di anni, fortunatamente non mi é mai successa una cosa del genere.. Forse dipende anche che prodotti si usano e da come si usano, io mi affido ad un’azienda professionale e comunque, la derattizzazione fa parte dei protocolli di igiene aziendale quindi é fatta seguendo tutte le norme tecniche previste dalla legge, da azienda abilitata a farlo, quindi non saprei cosa sia successo ai vicini ma con buona probabilità il mio amico mi risponderebbe che é possibile che un gatto muoia mangiando le esche ma che se é successo questi prodotti sono stati usati male... :unknw: A ciò aggiungo che le amministrazioni comunali effettuano spesso questi trattamenti nelle fogne, nelle caditoie ed in prossimità di depuratori o zone a rischio, anzi sarebbe grave se non lo facessero, quindi deduco che ci sia un modo sicuro per farlo e che sia improbabile, se non impossibile, che un gatto muoia per aver ucciso (i gatti non mangiano i topi ma di solito li uccidono solo) un topo avvelenato.. Detto questo,  dico anche che per quanto ne so emorragia interna é compatibile con l’avvelenamento da esca..

 

Comunque grazie della dritta, proprio perché ho dei gatti mi informerò appena lo vedo e ti farò sapere cosa mi dice!


P.S. Frenzgyn, scusa per l’OT.

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Frenzgyn

Figurati, mi fa piacere parlarne.

Purtroppo l'uso di rodenticida ha il suo impatto sull'ecosistema, per niente banale.

Tralasciando che ci sono tutta una serie di norme da seguire su quali tipi di esche usare e come piazzarle e che, di norma, un privato cittadino alcuni principi attivi non potrebbe comprarli e/o usarli liberamente (dovendosi rivolgere appunto ad una ditta specializzata), c'è da dire che oltre al danno diretto di un'esca che finisce in bocca ad un animale diverso (e può tranquillamente essere letale, dipende dal tipo di veleno: rimanendo sugli anti coagulanti ce ne sono di tanti diversi che funzionano a dosi molto diverse, un tecnico sa scegliere quello giusto per essere efficace su un roditore e poco o per nulla letale per un cane, nel caso finisse per ingerirlo), ci sono una serie di effetti negativi secondari o indiretti:

1) Resistenza. Ebbene sì, non tanto i topi, ma i ratti sviluppano con discreta capacità resistenza agli anticoagulanti, sia per capacità innate (sono bestiole resistenti), sia per astuzia e abitudini alimentari: sono neofobici, non mangiano mai completamente esche nuove (le "assaggiano") per valutare se fanno male o no e, nel caso dovessero accorgersi di qualcosa che non va e averne assunto una dose sub-letale, non si fa altro che selezione naturale su ratti più tosti;

2) Roditori avvelenati (malmessi e più facili da predare) sono realmente un problema per gli altri predatori che se ne cibano: volpi e altri mammiferi, rettili, uccelli e soprattutto rapaci notturni, che spesso hanno dieta quasi esclusiva di roditori. Basta che muore una coppia di barbagianni o una coppia di gheppi (che sono gli unici falchetti non in declino e che discretamente si adattano all'ambiente urbano) e in una zona viene completamente meno il controllo (già difficile, perché in ambiente urbano noi forniamo ai roditori tantissimi rifugi, cibo e acqua facilmente disponibili) da parte dei predatori, quindi se non si ERADICA il problema in tutta la zona i roditori avranno un calo di poplazione a breve termine e un aumento a lungo termine, per riduzione della predazione.

Non l'avevo specificato per non fare il pippone, ma tra le ragioni che mi spingono a cercare di gestire il problema con altri mezzi, c'è anche questo.

Ad ogni modo, dall'ultima volta non è scattata più nessuna trappola, né ho trovato altri danni e/o tracce.

Tengo le dita Incrociate e le trappole sempre posizionate :).

Di seguito una fonte, ma ce ne sono diverse ed è facile anche trovare fatti di cronoca nei giornali locali e non con rapaci morti per accumulo di anticoagulanti.

https://msn.visitmuve.it/wp-content/uploads/2013/03/32-suppl62-Pascotto-et-al.pdf
 

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L0rdn40
13 hours ago, Frenzgyn said:

Figurati, mi fa piacere parlarne.


Allora riporto qui la risposta di chi mi fa la disinfestazione.

 

14 hours ago, gianni48 said:

Per favore, chiedi al tuo amico che cosa potrebbe succedere se un gatto mangiasse un topo avvelenato con queste esche


Ho chiesto. Mi ha detto che é improbabile ma non impossibile che un gatto muoia mangiando un topo avvelenato. Questo per vari motivi, uno comportamentale in quanto molto difficilmente un predatore é interessato ad un animale morto o moribondo, sopratutto se ben nutrito come i gatti domestici, di solito incuriositi al più lo uccidono (perciò pensavo non li mangiassero, i miei gatti sono molto -troppo- ben nutriti). In secondo luogo seppur lo attaccasse, alle dosi di veleno necessarie ad eliminare un topo, il gatto potrebbe tuttalpiù avere un’intossicazione ma difficilmente grave perché la dose residua in circolo in un topo che ha mangiato l’esca é ben più bassa di quanto necessario ad eliminare un felino o altro animale più grande. I problemi a suo avviso sono 2:

  1. spesso vengono venduti prodotti che contengono una dose che sarebbe in grado di abbattere un mulo inutilmente perché per un topo ne basterebbe molto meno;
  2. le scatole con esche professionali costringono il topo a mangiare l’esca all’interno senza poterla portare fuori. Dopo aver mangiato l’esca il topo esce, va in cerca di acqua e muore lontano dall’area della scatola. Quelle commerciali o peggio ancora artigianali no quindi spesso il topo porta fuori l’esca e magari l’abbandona. Il gatto o altro animale la mangia e rischia di morire.

Quindi in sostanza é difficile ma non impossibile ed il rischio aumenta con il fai da te... Non immaginavo, sono sincero, mi ha lasciato un po’ perplesso la sua risposta.

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eleonora

Scusa l'intromissione,  ma anche se ci fosse solo 1 possibilità su 100 di morte del gatto io eviterei.

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gianni48

La neofobia dei ratti è uno degli ostacoli 

15 hours ago, Frenzgyn said:

1) Resistenza. Ebbene sì, non tanto i topi, ma i ratti sviluppano con discreta capacità resistenza agli anticoagulanti, sia per capacità innate (sono bestiole resistenti), sia per astuzia e abitudini alimentari: sono neofobici, non mangiano mai completamente esche nuove (le "assaggiano") per valutare se fanno male o no e, nel caso dovessero accorgersi di qualcosa che non va e averne assunto una dose sub-letale, non si fa altro che selezione naturale su ratti più tosti;

Sulla resistenza dei ratti e sulle stupidaggini fatte per tentare di sterminarli, si trovano informazioni interessanti in questa pagina:

https://resistenzanimale.noblogs.org/post/2015/01/22/la-resistenza-dei-topi/

Manca solo il pifferaio magico :)

 

 

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L0rdn40
2 hours ago, eleonora said:

Scusa l'intromissione,  ma anche se ci fosse solo 1 possibilità su 100 di morte del gatto io eviterei.

 

Concordo infatti prendendo informazioni grazie alla segnalazione di @gianni48 come ho scritto sono rimasto un po male proprio perché ho gatti e finché non troverò una soluzione, almeno nell'area capannone-uffici, dovrò per forza tenere questi accorgimenti..

 

2 hours ago, L0rdn40 said:

Non immaginavo, sono sincero, mi ha lasciato un po’ perplesso la sua risposta.

 

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Frenzgyn

Già, il fai da te è rischioso, esche libere non dovrebbero mai essere usate e pure quelle fissate in scatole vanno usate con logica: se hai un volpino ok, se hai un molosso ci mette 5 minuti a frantumarla.

Cosa particolare, molti principi attivi sono più pericolosi per i cani, che per i gatti.

vet_guide_pmd.pdf

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L0rdn40

Non so ma devo trovare un’alternativa come dice @eleonora non vale la pena rischiare, mo ci ho messo il pensiero.. Mai vorrei che succedesse qualcosa alla pantera ed alla tigre del bengala sempre assonnata!

 

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eleonora

Sono perfettamente d'accordo con te.  A proposito bellissimi i tuoi gatti!!!!!

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L0rdn40

Frenz, non so se si può scrivere o arriverà la censura ma ti staremo mica sfanculando leggermente il topic??? :D ora però basta dai...

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Frenzgyn

Tranquilli, provengo da luoghi nei quali l'off topic è il vero piatto forte :). D'altronde, il problema con dei particolari parassiti quadrupedi e dannatamente scaltri ce l'ho davvero :D, quindi è In Topic.

Ad ogni modo, oggi pomeriggio ho sudato sette camicie, oltre per le consuetudinarie innaffiature fatte (ancora) a mano, anche per "risolvere" dei problemi che avevo creato io stesso.

Avevo approntato degli esperimenti con controllo per verificare se potesse valere la pena fare copertura a verde dei vasi o consociare alcune piante, il setup era questo:

 

  • 2 Pimenta Da Neyde con trifolio nano, 1 con pacciamatura di aghi di conifera e 1 senza nulla, come controllo;
  • 2 Fatalii con 1 piantina di Tagetes patula, 1 con pacciamatura di aghi di conifera e 1 come controllo;
  • 1 Aji Largo con 2 Nepeta Cataria, 1 con trifoglio nano, 2 come controllo.

 

le ipotesi erano le seguenti:

1) Verificare se il trifoglio nano intralcia la crescita o meno, essendo poco esigente e basso.

2) Verificare se il tagete (nano pure lui) ruba troppi nutrienti e se ha effetti positivi (sia per attrazione impollinatori che potenziali essudati con effetti repellenti).
3) Ipotesi pazzissima. Siccome il nepetalactone prodotto dalla Nepeta è simile ai feromoni sessuali di svariati afidi e ci sono alcuni studi che indagano un potenziale effetto attrattivo su alcune specie, repellente su altre (quelle che usano feromoni diversi) e in genere attrattiva sui predatori e parassiti degli stessi, ho provato ad usarla come pianta trappola.

Purtroppo gli esperimenti sono naugrafati quasi tutti.

Il trifoglio nano, non è abbastanza nano e tira su troppa acqua, rallentando  un po' la crescita del peperoncino: ho dovuto tosarli a mano con le forbici. Vediamo che succede.

Il tagete doveva rimanere piccolo, ma ha gradito troppo l'osmocote mi sa, si stava prendendo mezzo vaso, così ho dovuto fare un delicato intervento di rimozione e trapianto cercando di non danneggiare nessuna delle due piante. Nei prossimi giorni vi farà sapere se ho avuto successo.

La Nepeta per il momento non sembra dare fastidio all'Aji largo, comunque la sto spuntando parecchio, perché è abbastanza vigorosa. Per ora afidi non si vedono, quindi non posso valutare.

La pacciamatura con aghi di conifera funziona decentemente: non si compatta il terreno durante le irrigazioni, limita la crescita di altre piantine nel vaso e trattiene un pochino di umidità in più (i vasi mediamente sono un tantino "più" pesanti dei corrispettivi "brulli" tra un'innaffiatura e l'altra).

Nel mentre, a pochi metri di distanza dal lato opposto del terrazzo, 5 piante di annuum mangerecci e 4 di cayenna soffrono un pesantissimo attacco di afidi (anche se continuano a fiorire e fruttificare), il caldo (non ho verniciato di bianco i vasi) e un minimo di competizione da parte dei  "volontari del compost", ovvero dei semi che non sono morti in compostiera l'anno scorso e che han deciso di germinare nei vasi dei pepper, visto che per gli annuum non ho usato ricetta PF, ma ho aggiunto del compost produzione propria.

Sono stato sotto il sole a eliminare germogli di pomodoro non identificato, farinello, portulaca (che è finita nell'insalata), piante non identificate e una pianta di zucca che in una notte è raddoppiata (ho provato a trapiantarla, ha sofferto parecchio, ma vediamo se si riprende, mal che vada torna in compostiera da adulta :D).

Ne ho anche approfittato per pacciamare con foglie secche, nella speranza di mantenere un minimo di umidità in più e magari un grado in meno.

Domani sera mi armo di pazienza, faccio un check più approfondito sugli afidi e nel caso non veda mummie o predatori, procedo con una copiosa nebulizzata di sapone potassico.

Poi, se mi ricordo, faccio qualche foto dei Rocoto, che mi stanno dando parecchie soddisfazioni.

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L0rdn40

Sempre bello vedere qualcuno che sperimenta! Tuttavia penso che in vaso difficilmente si possano avere accoppiate che portano benefici ad entrambi, i nutrienti, lo spazio e l’acqua sono sempre limitati.. Però qualcuno (forse oban) aveva fatto un esperimento con della rucola nei vasi e mi sembra di ricordare che qualche effetto benefico lo aveva avuto come ad esempio l’effetto trappola delle radici nei confronti dei nematodi ed in campo una maggiore tenuta del terreno intorno alla pianta (per capirci innaffiando non si dilavava il terreno). Inoltre la rucola dovrebbe avere anche un certo effetto antifungino e/o antibatterico se non ricordo male. Tutto ciò senza particolari problemi alle piante di peperoncino. Se spulci il suo topic o altri del passato sicuramente troverai qualcosa. Per la pacciamatura, sinceramente io l’avevo sperimentata ma ho dovuto rimuoverla. Forse a causa di inesperienza a riguardo ma tratteneva l’umidità troppo a lungo e stavo avendo problemi con le piante pacciamate. Certo, magari in estate il discorso cambia.. Io avevo usato argilla espansa.

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Frenzgyn

Sì, è in corso anche l'esperimento con la rucola, ma è ancora in osservazione.

 

Tutte le piante scelte hanno un effetto più o meno valido nel controllo di alcune problematiche. In campo.

 

In vaso... sto cercando di capire.

 

Mi ha sorpreso il trifoglio: pianta di sicuro non esigente con apparato radicale superficiale, pensavo non tirasse su molta acqua, invece beve quel tanto da rendere la cosa scomoda. Dovrò provare con una varietà nanissima più rada.

 

Il tagete è una delle più promettenti in campo, ma era messo in conto potesse crescere troppo in vaso. Tra l'altro pure avvicinando solo qualche piantina, è un richiamo fortissimo per i sirfidi.

 

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Oban
35 minutes ago, Frenzgyn said:

Sì, è in corso anche l'esperimento con la rucola, ma è ancora in osservazione.

 

Tutte le piante scelte hanno un effetto più o meno valido nel controllo di alcune problematiche. In campo.

 

In vaso... sto cercando di capire.

In vaso la impiego con soddisfazione da almeno tre anni, la semino al momento del rinvaso intermedio o in quello definitivo, intorno al fusto del peperoncino.

 

Non so dire se realmente ci sono effetti benefici per l'apparato radicale dei nostri Capsicum, ma almeno mangio rucola fresca di ottima qualità per tutta l'estate.:lol:

 

Tu che effetto positivo ti aspetti da questa consociazione?

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Frenzgyn

@Oban: Lo so, infatti proprio dai tuoi post è partita la spinta a sperimentare.

Ho 2 vasi con Orange Blob con rucola + due di controllo, ma sono ancora piccolissime (sia la rucola selvatica, che i pepper), quindi è presto per valutare. Inoltre ne ho seminati un po' da semi autoprodotti in diversi vasi.

Premetto che sono razionale, rispettoso dell'ambiente ma non pronto a bermi qualsiasi idea "green", infatti sulle "consociazioni" sono estremamente scettico, non tanto per l'idea in sé, ma perché ci sono spesso solo improbabili e diverse "liste", senza razionali o basi scientifiche sotto, quindi ci vado sempre coi piedi di piombo.

Il paper che mi ha dato il "LA" sul fatto che qualcosa di vero in caso specifici possa esserci, è questo qui
--> https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214662818302172?via%3Dihub <--

Ci sono info interessanti sia sull'effetto biofumigante delle brassicacee che di altre piante, appunto i tagete, il sorgo, il trifoglio bianco ecc.
Il più versatile per i nostri scopi sembra proprio il tagete, usato anche nello stesso vaso con dei pomodori in alcuni esperimenti.

Fermo restando che lo studio si focalizza sul controllo dei nematodi e che su terriccio nuovo è eventualità più unica che rara (magari sul riutilizzo del vecchio substrato potrebbe essere invece interessante), quindi non era nelle mie intenzioni osservare alcunché a riguardo.

Gli scopi dell'esperimento erano principalmente questi:

a) Valutare se la copertura a verde limitasse abbastanza l'evaporazione da compensare le proprie richieste idriche.
b) Valutare se fosse fattibile in vaso piantare piante differenti, sia per spazio che per esigenze nutrizionali e competizione.

Purtroppo il trifoglio, nonostante nutrizionalmente non credo sia esigente (è pure azoto fissatore) tira su più acqua di quella che evita di far evaporare e nonostante si nano, ho notato che un po' rompe le scatole anche ai P. da Neyde, figuriamoci ad altre piante, quindi è un NO in vaso (in campo, potrebbe essere tutta un'altra storia).

Il Tagete patula, che dovrebbe essere piuttosto piccolo, cresce troppo. Forse son stato sfigato io, non so, ho preso le uniche due piante con genetica superiore, perché delle altre circa 60 piante che ho in vasi più piccolo o in aiuole, nessuna è diventata così grande.

Di positivo c'è che sia i fiori del tagete che quelli del trifoglio sono molto interessanti per gli impollinatori, quindi credo che piazzare vasi di tagete tra i pepper sia comunque ottima idea.

Appena crescerà abbastanza la rughetta (Diplotaxis tenuifolia), vedremo come si comporterà in vaso (nell'insalatiera si comporta benissimo :) ).

La pacciamatura con aghi di conifere o chippato di legno (avercene paglia avrei usato anche quella :), semplicemente uso quello che ho/produco io) invece ha un buon effetto sul terreno, si asciuga più rapidamente e non fa nemmeno la crosa quando asciuga.

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Frenzgyn

Qualche foto scarsa fatta sotto al sole (povere piante, dieci minuti e mi mancava l'aria, loro tutto il giorno lì).

I due Aji Largo più "larghi" nei vasi da 18L, pieni di frutti negli anfratti più difficili da fotografare, con uno scorcio di Nepeta Cataria :).photo_2020-06-26_18-34-43.jpg.12e57ee85acabee65be34ee8cfb5a01c.jpgphoto_2020-06-26_18-34-41.jpg.fe192f2c454d985d938c99146dc5735b.jpgphoto_2020-06-26_18-34-45.jpg.cb466140eadd1aa9c4470fc3fbdaac81.jpg

 

Piante in terazzo, gruppo "The Experiment".

4 Pimenta da Neyde (con ciò che resta del trifoglio), 4 Orange Blob (con germogli di rughetta) e 4 Fatalii, più i due Tagetes patula "estratti" dai vasi. Uno era cresciuto più del Fatalii stesso.

 

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Frutticini di P. da Neyde e Fatalii

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Sempre terrazzo, gruppo degli annuum, stracolmi di afidi.

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Qui invece siamo in balcone.
Da notare il trappolone lato Nord (poi c'è ne sono altri due da altri "ingressi").

C'è un po' di tutto, qualche pianta "stenterella" (Fatalii e Orange Blob), gli Aji Largo più tardivi della seconda semina, il Flexuosum, due Neyde, il T. Scorpion svernato più uno di quest'anno, i vari Tabasco.

Sono le ultime piante ad aver subito il rinvaso definitivo, voglio aspettare che si adattino bene al nuovo vaso prima di portarle in terrazzo dove prendono più sole, più vento e più pioggia.

 

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Praticamente mancano all'appello le piante che sto tenendo indoor:
- i due Rocopica OB29, che dal rinvaso definitivo hanno ben pensato di lasciar perdere la fioritura e crescere a più non posso;
- Un Carolina Reaper;
- Un Greenleaf;
- Un Fatalii.

Più quella in outdoor o in terra:

- Un manciata di Cayenna, alcuni ancora in vaso piccolo, tre potenzialmente mutanti (o con qualche strana malattia);
- Un bonchi di annuum, fatto con un pizzutello beneventano "rubato" da un campo prima che decidessero di fresare a morte il terreno;
- Altri cinque peperoni cornetti messi un po' alla rinfusa in giardino (di cui 4 sono piante dell'anno scorso che proprio non ne hanno voluto sapere di morire).

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Oban
2 hours ago, Frenzgyn said:

Premetto che sono razionale, rispettoso dell'ambiente ma non pronto a bermi qualsiasi idea "green", infatti sulle "consociazioni" sono estremamente scettico, non tanto per l'idea in sé, ma perché ci sono spesso solo improbabili e diverse "liste", senza razionali o basi scientifiche sotto, quindi ci vado sempre coi piedi di piombo.

Mi sembra un approccio ideale questo.

 

2 hours ago, Frenzgyn said:

Il paper che mi ha dato il "LA" sul fatto che qualcosa di vero in caso specifici possa esserci, è questo qui --> https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214662818302172?via%3Dihub <--
 

Sapevo che l'effetto biofumigante migliore si ottiene interrando lo sfalcio della rucola, lo conferma, sebbene ci sia sempre l'effetto trappola delle radici.

Gli scarti prodotti dalla parte aerea delle piante coltivate in vaso, li interro nelle aiuole man mano che la consumo.

 

Quote

 

Ci sono info interessanti sia sull'effetto biofumigante delle brassicacee che di altre piante, appunto i tagete, il sorgo, il trifoglio bianco ecc.
Il più versatile per i nostri scopi sembra proprio il tagete, usato anche nello stesso vaso con dei pomodori in alcuni esperimenti.

Ma non si mangiano, o sbaglio?🤪 

La rucola fatta in casa la trovo molto buona e facile da coltivare.

Quote

Fermo restando che lo studio si focalizza sul controllo dei nematodi e che su terriccio nuovo è eventualità più unica che rara (magari sul riutilizzo del vecchio substrato potrebbe essere invece interessante), quindi non era nelle mie intenzioni osservare alcunché a riguardo.

Gli scopi dell'esperimento erano principalmente questi:

a) Valutare se la copertura a verde limitasse abbastanza l'evaporazione da compensare le proprie richieste idriche.

Una sorta di pacciamatura si crea in effetti, ma comunque la rucola assorbe un po' di umidità per crescere.

Quote


b) Valutare se fosse fattibile in vaso piantare piante differenti, sia per spazio che per esigenze nutrizionali e competizione.

Purtroppo il trifoglio, nonostante nutrizionalmente non credo sia esigente (è pure azoto fissatore) tira su più acqua di quella che evita di far evaporare e nonostante si nano, ho notato che un po' rompe le scatole anche ai P. da Neyde, figuriamoci ad altre piante, quindi è un NO in vaso (in campo, potrebbe essere tutta un'altra storia).

Il Tagete patula, che dovrebbe essere piuttosto piccolo, cresce troppo. Forse son stato sfigato io, non so, ho preso le uniche due piante con genetica superiore, perché delle altre circa 60 piante che ho in vasi più piccolo o in aiuole, nessuna è diventata così grande.

Di positivo c'è che sia i fiori del tagete che quelli del trifoglio sono molto interessanti per gli impollinatori, quindi credo che piazzare vasi di tagete tra i pepper sia comunque ottima idea.

Vero, ottimo per i vasi e per i balconi.

 

Quote

Appena crescerà abbastanza la rughetta (Diplotaxis tenuifolia), vedremo come si comporterà in vaso (nell'insalatiera si comporta benissimo :) ).

Al limite sai cosa farci.

 

Quote

La pacciamatura con aghi di conifere o chippato di legno (avercene paglia avrei usato anche quella :), semplicemente uso quello che ho/produco io) invece ha un buon effetto sul terreno, si asciuga più rapidamente e non fa nemmeno la crosa quando asciuga.

Se non strabordano quando innaffi o volano in aria una volta secchi, assolvono almeno ad una funzione, senza sporcare.

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Frenzgyn

Ovviamente, volevo scrivere "Si asciuga più lentamente e non fa nemmeno la crosta".
Aggiungo che se uno non ci va troppo delicato con l'innaffiatoio, si rischia di "scavare" il terriccio innaffiando. Con la pacciamatura, non succede, perché "spezza" il getto, per così dire.

Comunque il chippato è abbastanza stabile (perché è più pesante e grossolano) - poi dipende da come si produce, io uso ramaglie e sfalci vari con un biotrituratore che non va per il sottile.
Gli aghi pure creano una sorta di "maglia" intricata che non li fa volare via, la roba che è proprio difficile da usare sono le foglie secche, che o si compattano o volano verso le stelle al primo alito di vento.

Certo, se i merli si facessero un po' gli affari loro e andassero a ruspare in giardino, sulla compostiera o a quel paese invece che nei vasi, sarebbe meglio :D.

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Frenzgyn

Devo dire che il trattamento contro gli afidi sugli annuum a base di solo sapone potassico (10 ml su litro) a sette giorni ha avuto effetti nucleari. Sono un paio di sere che esco con la torcia e non c'è l'ombra di un afide vivo o traccia di melata.

 

Mi era avanzata un po' di soluzione (il sapone si conserva piuttosto bene) che volevo usare per un secondo trattamento, ma pare non ce ne sia bisogno.

 

Non vorrei cantare vittoria troppo presto, ma non posso non notare la situazione completamente ribaltata, prima oltre che sulle foglie, ne erano pieni anche i fiori!

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Frenzgyn

Mi sono fatto fregare dall'impazienza: ho raccolto un Pimenta da Neyde ed un Fatalii ancora non maturi per assaggiarli :D.

Avevano entrambi i semini formati, anche se non induriti, ma il Fatalii stava già "schiarendosi" verso il giallo.

Il Neyde piccava, anche in maniera persistente, ma poco, probabilmente ne aveva ancora di strada da fare verso la maturazione, il Fatalii l'ho diviso a metà e ne ho fatto un sol boccone con una della due parti, mi ha un po' punito :).

Più tardi o domani sistemo l'altra metà :).

Non vedo l'ora che maturino.

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