Oban 9,508 Posted August 13, 2020 13 minutes ago, L0rdn40 said: Grazie, spero non sia quello ma se fosse quello mi accontenterò del fatto che non infetti le vicine. La patologia si trasmette alle altre piante tramite il terreno infetto, per via radicale quindi e non per contatto delle parti aeree della pianta, attento quindi alle innaffiature. 1 Share this post Link to post Share on other sites
Piccadillo 951 Posted August 18, 2020 Salve a tutti, ho un Lemon Drop e un Aji Amarillo così, le ho isolate per sicurezza, le devo trucidare? Share this post Link to post Share on other sites
Oban 9,508 Posted August 18, 2020 A me sembra una grave carenza nutritiva, sospetto di azoto. Il terriccio è nuovo e ben concimato? Lo sviluppo della pianta sembra limitato, da quel poco che si vede, i vasi da quanti litri sono? 1 hour ago, Piccadillo said: le ho isolate per sicurezza, le devo trucidare? Non le eliminerei prima di aver provato a concimarle come si deve. Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted August 18, 2020 Confermo, anch'io penso sia una carenza (ma di ferro o magnesio). Share this post Link to post Share on other sites
L0rdn40 3,924 Posted August 19, 2020 Buongiorno a tutti. Ho un serio problema con la mosca bianca. Le piante sono invase ed abamectina e deltametrina date ieri sera pare che ne abbiano solo eliminata qualcuna ma il problema persiste. Cosa si fa in questi casi? Eviterei sistemici perché ho raccolto i frutti maturi ma le piante sono ancora piene di frutti acerbi... Share this post Link to post Share on other sites
L0rdn40 3,924 Posted August 19, 2020 19 hours ago, Piccadillo said: Salve a tutti, ho un Lemon Drop e un Aji Amarillo così, le ho isolate per sicurezza, le devo trucidare? Ho già visto questa cosa, se scorri le pagine indietro la trovi. Carenza al 100%, io ho risolto con sangue di bue. É carenza di ferro al 100% ma ha avuto lo stesso problema anche @kapto che lo ha risolto integrando anche azoto. Io darei qualcosa che contiene questi due elementi a rapido assorbimento come il sangue di bue. A me si verificò sull’hot lemon quindi forse questo tipo di carenza si manifesta così sui baccatum. In spoiler il mio caso su hot lemon prima e dopo, evoluzione con 3 trattamenti, 1 a settimana, con sangue di bue. Le foglie erano identiche alle tue. Spoiler Share this post Link to post Share on other sites
Frenzgyn 560 Posted August 20, 2020 Da qualche giorno ho notato questo problema su alcune piante di annuum. Ho pensato ad oidio, anche se la parte superiore delle foglie non presenta le classiche ife. Che dite, può essere? Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted August 20, 2020 Potrebbe essere Leveillula taurica, presenta sintomi simili all'oidio, ma principalmente sulla faccia inferiore delle foglie. Share this post Link to post Share on other sites
eleonora 1,520 Posted September 8, 2020 Il Judy's Blue Mystery X CAP 1478 presenta queste macchie sulle foglie. La pianta è rigogliosa piena di frutti che devono ancora maturare, ma apparentemente sani. Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted September 8, 2020 Mah, ho sempre dubbi in questi casi: carenze, punture di qualche insetto, virosi?!. Se sono solo foglie vecchie, come sembra, adotterei la miglior tattica in questi casi ... far finta di non vederle Share this post Link to post Share on other sites
eleonora 1,520 Posted September 8, 2020 È quello che sto facendo, ma per sicurezza chiedo!!!🙂 Share this post Link to post Share on other sites
Frenzgyn 560 Posted September 8, 2020 2 hours ago, Lonewolf said: Mah, ho sempre dubbi in questi casi: carenze, punture di qualche insetto, virosi?!. Se sono solo foglie vecchie, come sembra, adotterei la miglior tattica in questi casi ... far finta di non vederle La famosa regola dei 15 passi: fai quindici passi indietro, se a quella distanza non vedi il problema, non c'è nessun problema . 1 Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted September 8, 2020 Appunto! In generale, c'è anche da tener conto del periodo dell'anno in cui si nota un problema. A settembre, con la fine stagione non troppo lontana, si possono anche ignorare molti problemi; anche se sono rilevanti, semplicemente non avranno il tempo di svilupparsi fino a creare danni reali ... Questo non vale, naturalmente, per piante con frutti isolati e destinate a produrre semi. 2 Share this post Link to post Share on other sites
Frenzgyn 560 Posted September 11, 2020 On 8/20/2020 at 4:03 PM, Frenzgyn said: Da qualche giorno ho notato questo problema su alcune piante di annuum. Ho pensato ad oidio, anche se la parte superiore delle foglie non presenta le classiche ife. Chedite,può essere? AGGIORNAMENTO ED ESPERIENZE PERSONALI (post lungo). DISCLAIMER: Non ho conflitti di interesse, non faccio il lattaio e non allevo mucche (vi sarà chiaro durante la lettura). Come da quote, ho avuto questo problema su alcuni degli annum, in misura diversa (2-3 piante su 9 particolarmente colpite, quelle accanto meno o nulla visibilmente). Il problema è stato da me identificato come oidio (powdery mildew in inglese). PREMESSA: L'oidio è una patologia fungina con caratteristiche sempre simili e riconoscibili (macchie pulvirolente sulle foglie) ma a carico di tanti microorganismi diversi, solitamente ectoparassiti (si sviluppano sulla superficie inferiore/superiore delle foglie ma poi possono colpire anche le altre parti aeree delle piante, di norma non entrano nel sistema linfatico delle piante, ma le debilitano compromettendo/diminuendo il raccolto se si verificano nella fase iniziale della stagione o in alcuni casi riducendo la conservabilità dei frutti), ma alcune specie attraverso gli stomi penetrano nelle strutture foliari, comportandosi da endoparassiti. I patogeni possono essere più o meno specializzati e parassitizzare ospiti più o meno diversi. Ci sono famiglie, come le Cucurbitaceae, che sono attaccate da svariati microrganismi e altre che hanno patogeni specifici, come l'oidio dei lillà causato da Erysiphe syringae. Insomma, ci sono quelli di bocca buona e quelli più specifici. Le Solanaceae sono attaccate solitamente da Leveillula taurica, che occasionalmente colpisce anche i peppers (principalmente in serra o in determinate zone climatiche). Normalmente non è un grosso problema, perché molto dipende dalle zone climatiche (è diffuso prevalentemente in sud europa e in medio oriente, preferisce i climi "mediterranei" normalmente caldi e secchi, germinando poi appena l'umidità relativa si alza, ma non amando particolarmente la pioggia) e tende a comparire a stagione inoltrata, quindi compromettendo poco o nulla il raccolto, ma in casi specifici può essere problematico. Può essere controllato con i fungicidi sistemici, ma difficilmente il danno giustica l'esborso economico per il prodotto con il rischio di residui sui frutti e la selezione di patogeni resistenti, questo, come sempre, è particolarmente vero per le coltivazioni non a scopo di lucro. Ci sono diverse buone pratiche per limitare il problema, in breve: sesto di impianto adeguato, per non facilitare il passaggio da pianta e pianta e mantenere un certo passaggio di aria e un basso livello di umidità relativa, rimuovere residui vegetali dell'anno precedente che possano fungere da inoculo, evitare stress idrici alle piante (che pare facilitino l'infezione) e, contrariamente ad altre patologie fungine/batteriche, innaffiare la parte aerea (praticamente lavare le foglie) limita la capacità di germinazione delle spore (ma protrebbe essere controproducente per altre patologie). Poi c'è il controllo con prodotti non sistemici, diciamo "tradizionali". Uno su tutti molto diffuso in alcune colture (per esempio tradizionalmente usato per la vite) è lo zolfo, sia direttamente spolverato che quello bagnabile nebulizzato sulle piante. E' un prodotto discretamente efficace soprattutto a livello preventivo e nel limitare ulteriore diffusione quando si verifica l'infestazione, ma non è curativo, non può eliminare una infestazione già in atto. In pratica inibisce la germinazione delle spore, ma non può uccidere il patogeno già sviluppato. Lo Zolfo ha diversi vantaggi: costa poco; ha tossicità praticamente nulla sia per l'uomo che per altri mammiferi, rettili, uccelli, organismi acquatici e insetti impollinatori; non si accumula nel terreno; è un nutriente utilizzato dalle piante, con poca fitotossicità (se le temperature non superano i 30°C) e che ha l'effetto collaterale temporaneo di abbassare anche un pochino il pH del terreno e può anche essere facilmente lavato, quindi con tempi di carenza brevi. Funziona discretamente bene anche nel controllo di altre patologie fungine (vari tipi di ruggine), ma a differenza dei rameici non funziona sui batteri e non funziona neanche sui funghi del genere Phytophthora. Mi risulta che sia anche ottimo per debellare infestazioni da ragnetto rosso e altri acari. Ho trovato elencati anche altri metodi (olii varii, qualche olio essenziale, bicarbonato di sodio e potassio), ma hanno tutti efficacia controversa e soprattutto poca scienza dietro oltre a discreti rischi e limitazioni (gli oli essenziali sono abbastanza fitotossici, come pure il bicarbonato di sodio, mentre gli olii generalmente non sono sicuri usati quando fa caldo), quindi non vale la pena elencarli. Ne ho trovato uno però che NON HO MAI visto citato in articoli in Italiano ma che ho scoperto essere un metodo tradizionale abbastanza diffuso oltreoceano: il latte. Di norma avrei liquidato la cosa come "bufala", ma ho visto citato il metodo da due yuotuber/blogger che seguo che sono abbastanza rigorosi (uno è un chimico di formazione, l'altra una soil scientist) e tendono a citare fonti scientifiche. Con mio sommo stupore ho scoperto che c'è parecchia letteratura a riguardo, già da fine anni '90. Molta su cucurbitacee (che di fatto sono la coltivazioe più colpita da tali problemi), ma alcune anche proprio sui pepper e sulla Leveillula taurica. Il principio d'azione non è ancora chiaro, ma ci sono diverse ipotesi: 1) Una proteina del latte, la ferroglobulina, a contatto con il sole genera dei radicali dell'ossigeno che danneggerebbero le strutture cellulari dei funghi. E' provato da studi che effettivamente l'applicazione di latte danneggia direttamete le ife, ma se sia veramente questa proteina o altri componenti (magari lo stesso lattosio) ancora non si sa. 2) Ha un effetto secondario: stimola, sia come substrato che come inoculo, la crescita sulle foglie di altri microrganismi, in particolari lieviti, non patogeni per le piante ma che vanno in competizione con i funghi causa dell'odio, limitandone la diffusione. C'è anche un effetto interessante visto su uno studio su alcune varietà di cavoli: lo zolfo è ad ampio spettro e funziona su tante specie fungine, il latte invece si è visto che non ha effetto su alcune funghi che parassitizzano afidi, quindi offre contemporaneamente un controllo dell'odio senza al contempo dare un'accellerata alle infestazioni di alcuni tipi di afidi. Può essere usato sia in forma preventiva, più o meno allo stesso modo dello zolfo, che ai primi segni di infestazione, perché ha effetto diretto non solo sulle spore. Gli studi che ho letto provano concentrazioni in acqua che vanno dal 10 al 100%, i risultati migliori (paragonabili o in alcuni casi superiori ai fungicidi sistemici) si ottengono con applicazioni settimanali o bisettimanali tra il 40% e il 70% di latte diluito in acqua. Complice il fatto che quando il problema si è verificato l'agraria vicino casa era in ferie e quando ha riaperto non aveva zolfo bagnabile, ho deciso di provare. Ho fatto tre applicazioni a distanza di 5 giorni di una soluzione 50:50 di latte fresco intero e acqua. Siccome davo le piante per spacciate, ho fatto le applicazioni praticamente sotto il sole (mezzogiorno), ma con mio sommo stupore non solo il fungo è sparito, ma le piante non sono morte, non hanno fatto cadere i frutti, hanno cacciato foglioline sane e fiori nuovi. Hanno perso parecchie foglie vecchie, ma credo che se applicato come da buona praticha nelle ore meno caldo, questo fenomeno possa essere limitato e ad ogni modo erano foglie vecchie e pesantemente compromesse, quindi forse le avrebbero perse comunque. SVANTAGGI (esperienza mia personale): Tralasciando che possa non essere piacevole sprecare del latte in questo modo (ma magari se avete del latte in scadenza o scaduto...), ho notato alcune problematiche da tenere in considerazione: 1) Sporca maledettamente. Credo sia impossibile usare tale metodo indoor o su balconi condominiali. 2) Nei primi 1-2 giorni dall'applicazione, puzza in maniera nauseabonda, quindi NO, indoor e su balconi frequentati non è il caso. E' pur vero che nemmeno lo zolfo profuma. 3) Ho notato che ad ogni applicazione, finché non si asciuga, il latte attrae TANTISSIMO le vespe (non mosche, non api, non altri insetti, ma proprio vespe), probabilmente fiutano proteine/grassi. La cosa a me non ha creato problemi, anzi mi fa piacere, perché magari passando passando le vespe notato qualche afide/bruco/altra bestiaccia e la predano, ma immagino che possa creare preoccupazione in determinati ambienti o per persona che hanno paura/sono allergiche alle punture di vespa. Detto ciò, vi elenco un bel po' di letteratura a riguardo.http://www.lifesciencesite.com/lsj/life1104s/001_22856life1104s14_1_7.pdf (Impact ofSome Bacillus spp.,Inducer Resistant Chemicals and Cow ́s skim milk on Management of Pepper Powdery Mildew Disease In Saudi Arabia)https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0261219406001700 (The effect of milk-based foliar sprays on yield components of field pumpkins with powdery mildew)https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0261219499000460 (Effectiveness of cow's milk against zucchini squash powdery mildew (Sphaerotheca fuliginea) in greenhouse conditions)https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S030442381630142X (Dual role of milk on aphid and powdery mildew control in kale)https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0261219412001196 (Microorganisms, application timing and fractions as players of the milk-mediated powdery mildew management)https://www.scielo.br/scielo.php?pid=S0102-05362005000200007&script=sci_arttext (Effect of types of cow milk on the powdery mildew control of pumpkin under field conditions) https://www.actahort.org/books/1069/1069_25.htm (MANAGEMENT OF POWDERY MILDEW IN GREENHOUSE TOMATO PRODUCTION WITH BIORATIONAL PRODUCTS AND FUNGICIDES) 2 Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted September 11, 2020 Ottima documentazione, bravo! Avevo sentito ancora parlare del latte spruzzato sulle foglie, ma per altri motivi (virosi); la virologa interpellata al congresso di Firenze aveva liquidato la mia segnalazione come "bufala". Non conoscevo l'uso come fungicida ... 1 Share this post Link to post Share on other sites
Frenzgyn 560 Posted September 27, 2020 Secondo voi cosa sono queste macchie clorotiche sulle foglie? Le ho notate solo sulle piante di Orange Blob, a quanto pare varietà molto amata dalle cimici, come si evince dai frutti, e sono quindi in dubbio se siano punture o virosi. Non che abbia importanza estrema a questo punto della stagione, ma almeno mi regolo se raccogliere tutto, anche gli immaturi, e nuclearizzare le piante subito o farlo con calma, finché le giornate saranno clementi. Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted September 27, 2020 Carenze, fisiopatie da vecchiaia, niente di preoccupante 1 Share this post Link to post Share on other sites
L0rdn40 3,924 Posted September 30, 2020 Buongiorno. Ho questo lazzaretto stracarico di frutti in maturazione. Avevo fatto una leggera concimata perché vedevo le piante un po’ pallide. Poi c’è stato il diluvio e su 6 piante trattate allo stesso modo questa nel giro di meno di una settimana sta perdendo tutte le foglie che si presentano così. Cosa può essere? Danni da mal tempo non sembrano... Pernospora? Ha fatto male il concime solo a questa? Oppure al contrario si é dilavato e faccio un’altra passata? Come salvo questo raccolto? Grazie spero possiate aiutarmi perché sarebbe un peccato, é molto carica di frutti verdi... Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted September 30, 2020 Mah ... Possibile che in quel punto l'acqua ristagni e le radici siano in asfissia? Prova a scavare un po' e verifica quanto umido è il terreno rispetto alle altre piante. Il lazzaretto è un po' sensibile, ricordo che l'anno scorso abbiamo perso in modo simile una pianta anche in serra. 1 Share this post Link to post Share on other sites
L0rdn40 3,924 Posted September 30, 2020 16 minutes ago, Lonewolf said: Mah ... Possibile che in quel punto l'acqua ristagni e le radici siano in asfissia? Prova a scavare un po' e verifica quanto umido è il terreno rispetto alle altre piante. Il lazzaretto è un po' sensibile, ricordo che l'anno scorso abbiamo perso in modo simile una pianta anche in serra. Controllerò senz’altro ma quello che mi lascia perplesso e mi fa pensare ad una patologia é che a guardare meglio le piante in quella zona di orto sono tutte messe male così e presentano le medesime problematiche. A guardare le più vicine, 2 fila di melanzane, mostrano lo stesso problema alle foglie ed una in particolare, ultima foto in spoiler, ahimè mostra anche il probabile epilogo... Spoiler E se in serata provassi con un po’ di rame? Troppo azzardato a questo punto della stagione? Quello che sto pensando é a possibili batteriosi o funghi. Potrebbero essere anche piccoli insetti come gli acari ma un trattamento in questo senso non vorrei farlo... Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted September 30, 2020 Il rame male non fa ... Non vedo sintomi di acari, ma puoi sempre controllare le foglie con una lente. Share this post Link to post Share on other sites
kapto 840 Posted October 5, 2020 Oidio delle Solanacee? (Leveillula taurica) 1 Share this post Link to post Share on other sites
L0rdn40 3,924 Posted October 7, 2020 Buonasera a tutti. Non ho molta esperienza con la coltivazione in serra indoor quindi mi rivolgo a voi. Queste piante neonate le vedo strane, in alcuni casi hanno i cotiledoni deformi e quasi tutte hanno le punte di cotiledoni e/o foglie ingiallite, quasi bruciacchiate. Ho pensato che forse era arrivato il momento di allontanarle dalle lampade ma voglio togliermi un dubbio, per caso si potrebbe trattare di una batteriosi? É opportuno intervenire già ora con il rame? La goccia che vedete in alcune foto é un antifungino somministrato alla dose minima. Spero possiate aiutarmi, ci tengo troppo... Buona serata! Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,624 Posted October 7, 2020 I cotiledoni deformi sono spesso risultato di difficile liberazione dal seme. Se le foglie nuove sono sane, non c'è problema. Per le foglie ingiallite ... mah?! Forse eccesso di acqua o umidità?! A questo stadio, non farei nulla. 1 Share this post Link to post Share on other sites
kapto 840 Posted October 7, 2020 Concordo con @Lonewolf Inoltre, io avrei usato dei contenitori più piccoli per questo stadio di crescita. Tieni presente che le radici di piantine così giovani sono veramente piccole e il consumo dell'acqua è molto limitato. Quando il contenitore è molto piccolo, quasi tutta l'acqua viene assorbita dalla pianta, in pochi giorni, mentre quando è così grosso, può asciugarsi vicino alle radici e rimanere umido nei punti più esterni. Questo crea difficoltà nel capire il momento giusto per annaffiare e porta facilmente ad eccessi o crisi idriche. 1 1 Share this post Link to post Share on other sites