Lonewolf 18,622 Posted October 15, 2014 Il primo passo per l'estrazione dei semi e' disporre di frutti maturi ... prodotti in isolamento! Com'e' noto, il peperoncino e' soggetto a impollinazione incrociata con altre varieta'/specie e quindi i semi estratti da frutti allegati per libera impollinazione non offrono garanzia di ottenere con la semina piante con le stesse caratteristiche della pianta madre. Per estrarre i semi da pochi frutti non sono necessarie tecniche particolari. E' opportuno raccogliere i frutti ben maturi, estrarre subito i semi e farli seccare a parte, a temperatura ambiente. Un piattino o un bicchierino da caffe' sono supporti adatti. Meno adatto lo scottex; assorbe subito l'umidita' in eccesso, ma alla lunga la trattiene sul posto e puo' causare muffe nei semi; nella miglior ipotesi, i semi possono rimanere attaccatti al supporto ... Lasciare un po' di placenta attaccata ai semi puo' avere effetti benefici; dopotutto la placenta produce capsaicina proprio per proteggere i semi (da funghi e batteri), quindi il rilascio di capsaicina sui semi e' positivo. Occorre pero' prestare attenzione perche' la placenta puo' rimanere troppo umida e ammuffire o richiamare insetti. Per estrarre i semi da MOLTI frutti e' necessario organizzarsi. L'esperienza mi ha permesso di mettere a punto molte tecniche relativamente veloci, da scegliere in base al tipo di frutti. Il sistema piu' veloce in assoluto e' probabilmente quello utilizzato a livello "industriale"; i frutti sono macinati con utensili appositi o "di fortuna" (robot tritatutto con lame poco taglienti, pigiatrice per uva ecc) e poi sono lasciati in acqua per far depositare i semi sul fondo e far venire a galla residui di polpa e semi non vitali. E' possibile accelerare il processo "sciogliendo" la polpa con appositi enzimi. I semi recuperati sono poi fatti asciugare. E' un metodo adatto per grandi quantita' di frutti, in particolare se poco piccanti. Versare acqua su una poltiglia di superhot e' operazione da effettuare all'aperto, del tutto sconsigliabile in casa. Con questo metodo la polpa dei frutti viene persa e sono persi anche molti semi che rimangono attaccati alla polpa o alla placenta. Per quantita' moderate (fino a qualche kg) e/o molte varieta' diverse, consiglio altre tecniche, meno "distruttive". Per separare la placenta dai frutti con pochi semi distribuiti lungo tutto il frutto (p.es. Bih jolokia o Naga morich), il metodo piu' rapido che ho trovato e' tagliare la base (lato picciolo) in modo da vedere bene i loculi interni (generalmente da 2 a 5), poi tagliare al centro di ciascun loculo e dividere quindi il frutto in tanti spicchi quanti sono i loculi; ogni spicchio mostra al centro la placenta con tutti i semi in evidenza ed e' facile togliere l'intera striscia di placenta completa di semi. A scriverlo sembra macchinoso, ma in realta' e' molto piu' veloce e pulito che tagliare a caso e cercare i semi tra le pieghe del frutto. Metodo sperimentato con successo su Naga morich, Bombay morich, Burkina yellow, Caribbean red, Long yellow pear shaped. E' utile un coltello a lama corta (3-4 cm) e molto affilata. Per trattare kg di superhot sono assolutamente necessari guanti in nitrile. Per frutti come l'orange blob (o certi tipi di Scorpion), con semi tutti concentrati alla base, e' preferibile tagliare il frutto a meta' partendo dall'apice e strappare via l'intero blocco semi, completo di placenta (in questo caso simile ad un torsolo). In entrambe queste tecniche la polpa dei frutti puo' essere recuperata per produrre salse o polvere ecc. Per i frutti piccoli come Mata frade e Black pearl il metodo piu' rapido che ho trovato e' rompere i frutti (con le mani) direttamente in una ciotola piena d'acqua; in questo modo i semi si staccano facilmente e non rimangono attaccati alle dita. I residui di frutto si buttano via subito (in questo caso non vale la pena conservare la polpa). Il metodo e' applicabile per la bassa piccantezza dei frutti; maneggiare in acqua superhot e' fortemente sconsigliato Alla fine e' necessario passare i semi su un colino per scolare l'acqua, poi su un setaccio (o scolapasta) con buchi che lasciano passare i semi e trattengono residui di placenta. Occorre trattare a parte frutti troppo maturi che "sporcano" troppo l'acqua. Non ho messo a punto tecniche particolari per frutti tipo caienna o altri C.annuum a forma allungata; non mi e' mai capitato di avere moltissimi frutti da trattare. E' possibile estrarre i semi dai piccoli frutti succosi di certi wild, p.es. C.flexuosum, utilizzando un colino sotto acqua corrente; si schiacciano i frutti freschi fino a quando gran parte della polpa si scioglie; in questo modo e' facilissimo togliere i semi, ma si perde la polpa. Un'altra tecnica, molto piu' divertente, e' schiacciare i frutti in bocca e sputare i semi Per molti altri wild, p.es. C.eximium, C.praetermissum, C.tovarii e C.chacoense e' preferibile far seccare i frutti all'aria (non marciscono e non raggrinziscono) e poi schiacciarli con le mani per liberare i semi. I residui di polpa si separano facilmente con un ventaglio o agitando i semi in un recipiente per far salire i residui piu' leggeri in superficie. Questa tecnica non e' adatta per C.flexuosum e C.ciliatum perche' i semi seccando al naturale diventano molto duri ("mummificati") e i semi rimangono invischiati nella polpa secca. Per C.ciliatum non e' adatta nemmeno la tecnica del colino perche' i semi sono piccolissimi e dello stesso colore della polpa; e' difficile vederli e separarli dal resto. L'esocarpo, inoltre, e' troppo coriacea e non si scioglie bene. Per questi frutti la tecnica migliore e' romperli con le mani e aspettare che si asciughino un po' (un giorno), poi manipolarli per far staccare i semi e separarli manualmente dal resto; serve un po' di pazienza, ma almeno non c'e' pericolo; i frutti non sono piccanti. Per rocopica la soluzione piu' veloce e' rompere i frutti con le mani, estrarre i semi (vengono via facilmente) e metterli in un colino, poi lavarli per togliere i residui di polpa. Se non si leccano le dita, sporche di polpa e sugo, si gode solo a meta' La specie wild piu' ostica e' senza dubbio il C.lanceolatum; semi neri piccolissimi immersi nella polpa. Ben difficilmente tuttavia capitera' di estrarre semi da kg di C.lanceolatum, qualche decina di frutti su una pianta sono gia' un grande successo. Per tutte le tecniche che prevedono il mantenimento di grandi quantita' di placenta o il trattamento con acqua, e' necessario far seccare rapidamente i semi. Per pochi semi senza placenta (solo "bagnati") e' possibile l'essicazione a temperatura ambiente, purche' ci sia una buona ventilazione e i semi non siano ammucchiati. Negli altri casi, e' opportuna l'essicazione in essicatore, a temperatura intorno a 37-38°C (circa). Sono necessarie 10-12 ore al massimo. I semi sono pronti quando agitandoli "cantano". Per essicatori con buchi larghi nelle griglie e' possibile tagliare dei dischi da rete antizanzare o altri supporti simili con piccoli fori. E' anche possibile utilizzare dei sacchetti. Il tnt non e' molto adatto, non lascia passare bene l'aria. Dopo l'essicazione, i semi attaccati alla placenta possono essere facilmente separati manipolando l'insieme (meglio in un sacchetto chiuso!) e poi passando il tutto in un setaccio con fori adatti, tali da far passare i semi, ma non i pezzi di placenta piu' grandi. Un ulteriore setaccio con fori piccoli permette di separare la "polvere" di placenta dai semi. La placenta secca recuperata puo' essere utilizzata per produrre polvere super-piccante. Attenzione! Respirare polvere di placenta di superhot puo' essere un'esperienza indimenticabile! Con tutte queste tecniche, Stefania, io e altri pepperfriends che hanno dato una mano (grazie a Hellas, Umberm, Alexrm e Toolshed!) in questa stagione siamo "sopravvissuti" all'estrazione semi da circa 40 kg di frutti isolati (piu' una quantita' notevole di frutti di specie wild) Integrazione 2015 Nel corso della stagione 2015 abbiamo sperimentato con successo una tecnica piu' rapida, adatta soprattutto per frutti non troppo piccanti e quando si hanno molti frutti. I frutti sono frullati in un robot da cucina, utilizzando lame leggermete "spuntate" con una lima per ridurre l'eventuale taglio di semi. Per il passaggio successivo sono necessari uno scolapasta con buchi di dimensione adatta a far passare solo i semi e un contenitore piu' grande con fori piu' piccoli, tali da lasciar passare l'acqua ma non i semi, in pratica un grande colino o un setaccio a maglia stretta Lo scolapasta e' inserito all'interno dell'altro contenitore. Si versa la polpa frullata nello scolapasta e si fa scorrere acqua, mescolando con le mani. La maggior parte dei semi passa nel recipiente sottostante, mentre polpa e residui vari rimangono nello scolapasta. Al termine, i semi raccolti sono essiccati in essiccatore a 38°C (massimo) In alternativa, se non si trova un grande colino, si puo' inserire lo scolapasta in un grande recipiente non forato (un secchio o simili) e poi filtrare con un colino l'acqua raccolta in tale recipiente per raccogliere i semi. Il metodo richiede piu' tempo perche' occorre ripetere piu' volte i passaggi per estrarre tutti i semi. In generale, i semi risultano piuttosto "sporchi" con residui di placenta e piccoli pezzetti di polpa o buccia, ma non e' un grosso problema (anche la placenta e' ben essiccata) Sto cercando un metodo valido e sicuro (anche per le vie respiratorie!) per separare facilmente i semi dai residui; accetto idee ... 15 Share this post Link to post Share on other sites
Hellas 5,545 Posted October 16, 2014 Ottima guida Lonewolf, molto dettagliata e precisa. 40 kg di frutti isolati?... porca... si può avere una stima di quanti semi puri abbiamo ottenuto? Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,622 Posted October 16, 2014 Ottima guida Lonewolf, molto dettagliata e precisa. 40 kg di frutti isolati?... porca... si può avere una stima di quanti semi puri abbiamo ottenuto? Non li ho contati tutti, alcuni sono ancora a Roma e altri hanno ancora la placenta attaccata. Per i Mata frade alla prima occasione raccogliero' i rami carichi di frutti maturi secchi ... Saro' piu' preciso appena completate le ultime operazioni. Siamo comunque ben oltre 100 mila semi. 2 Share this post Link to post Share on other sites
Hellas 5,545 Posted October 16, 2014 Benissimo, proprio un "lavoro" che ha dato i suoi frutti... semi in questo caso Share this post Link to post Share on other sites
Vincer 4,834 Posted October 16, 2014 Il primo passo per l'estrazione dei semi e' disporre di frutti maturi ... prodotti in isolamento! Com'e' noto, il peperoncino e' soggetto a impollinazione incrociata con altre varieta'/specie e quindi i semi estratti da frutti allegati per libera impollinazione non offrono garanzia di ottenere con la semina piante con le stesse caratteristiche della pianta madre. Ciao Claudio, diciamo che l'estrazione dei semi può essere fatta anche da frutti non isolati senza avere tutte le garanzie di purezza di varietà e quindi di conformità tipiche dell'isolamento. E' importante in caso di scambi dichiarare tale NON isolamento onde evitare confusioni e delusioni. Da frutti non isolati non c'è certezza di conformità (anche se non è escluso che vi sia) Il lavoro di isolamento e di estrazione semi, soprattutto in queste quantità, è meritevole di lode. Ciao Vincenzo Share this post Link to post Share on other sites
Barbantano 1,572 Posted October 16, 2014 Toccherebbe creare una Banca del seme puro, sarebbe un orgoglio Pepperfriends Ps: (Danio intendo semi di Pepper [emoji16] ) Davide 1 Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,622 Posted October 16, 2014 Toccherebbe creare una Banca del seme puro, sarebbe un orgoglio Pepperfriends C'e' gia' ... 1 Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,622 Posted October 16, 2014 Da frutti non isolati non c'è certezza di conformità (anche se non è escluso che vi sia) La probabilita' di impollinazione incrociata e' alta, pari almeno a quella dell'autoimpollinazione. Ricordo che nel mio primo anno di coltivazione di varieta' multiple ho conservato i semi di alcuni habanero e li ho riseminati l'anno successivo; tutte le piante da quei semi (3-4) non erano conformi. Non funziona nemmeno l'idea (molto diffusa) di tenere separati i semi per frutto e considerare puri i semi provenienti dallo stesso frutto se da uno dei semi si ottiene una pianta conforme. Ogni seme e' un caso a se, frutto di una diversa impollinazione. Share this post Link to post Share on other sites
Hellas 5,545 Posted October 16, 2014 Non funziona nemmeno l'idea (molto diffusa) di tenere separati i semi per frutto e considerare puri i semi provenienti dallo stesso frutto se da uno dei semi si ottiene una pianta conforme. Ogni seme e' un caso a se, frutto di una diversa impollinazione. Scusami Lonewolf mi sono perso, me la puoi spiegare un'altra volta? Grazie Share this post Link to post Share on other sites
big jolokia 2,236 Posted October 16, 2014 Provo a risponderti io. Supponiamo che raccogli oppure che ti regalano un frutto. Dentro ci trovi 20 semi, ne pianti un paio e ti escono 2 piante conformi. Sei portato a pensare che tutti i semi contenuti in quel frutto possano generare piante conformi, ma non è così: non è detto che gli altri 18 semi possano generare piante conformi. roberto 2 Share this post Link to post Share on other sites
Hellas 5,545 Posted October 16, 2014 Grazie BJ, ora mi è chiaro. Mi era difficile pensare che qualcuno possa dire di avere semi puri utilizzando questa tecnica, per questo non capivo Share this post Link to post Share on other sites
Leonardo Bruno 1,521 Posted October 16, 2014 Ok per gli altri 18 da non considerare puri...chiaro...ma questo perché?...o meglio perché ogni seme è frutto di una diversa impollinazione? Non viene impollinato il fiore ma una 20esima parte stando all'esempio e quindi può avvenire in momenti separati? Scusate se sto aumentando la confusione. Grazie. Share this post Link to post Share on other sites
big jolokia 2,236 Posted October 16, 2014 Si, è tecnicamente possibile che un fiore venga fecondato con pollini di più varietà e quindi ogni seme potrebbe generare piante diverse roberto Share this post Link to post Share on other sites
Giampietro 500 Posted October 16, 2014 Ok per gli altri 18 da non considerare puri...chiaro...ma questo perché?...o meglio perché ogni seme è frutto di una diversa impollinazione? Non viene impollinato il fiore ma una 20esima parte stando all'esempio e quindi può avvenire in momenti separati? Scusate se sto aumentando la confusione. Grazie. qui si va sulla genetica complicata. Dovrebbe essere perchè il granello di polline è un insieme di gameti, non un singolo gamete, Ogni gamete del polline è un mondo a se, così come il fiore ricevente ( se proviene da pianta non stabile). Senza contare i caratteri dominanti, recessivi e magari "sesso-legati" che ogni pianta porta in sè. Share this post Link to post Share on other sites
Barbantano 1,572 Posted October 16, 2014 In parole povere ogni seme e un granello di polline che ha fecondato l'ovario ogni granello 1 seme quindi potrebbe essere 20 semi 20 pollini diversi Davide Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,622 Posted October 16, 2014 Un seme=1 grano di polline (gamete maschile) +1 ovulo. Ogni gamete maschile puo' portare un diverso patrimonio genetico e anche ogni ovulo puo' avere un patrimonio genetico diverso dagli altri (dipende da come avviene la meiosi, cioe' il passaggio da cellule diploidi a cellule sessuali aploidi) Di conseguenza ogni singolo seme puo' avere patrimonio genetico diverso da quello degli altri semi nello stesso frutto. Ho visto bene questo effetto alcuni anni fa quando ho seminato tutti i 12 semi di Stefania da un unico frutto isolato della pianta madre nata per incrocio; le dodici piante sorelle erano tutte simili, ma non ce n'erano due uguali. 2 Share this post Link to post Share on other sites
ZAPPALAND 806 Posted October 16, 2014 interessante... seguo con attenzione... per eventuali monocoltivazioni senza isolamento di tnt che percentuale di sicurezza di semi puri potremmo azzardare? (supponendo che non vi siano peppers nel raggio di 4-5 km) Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,622 Posted October 16, 2014 per eventuali monocoltivazioni senza isolamento di tnt che percentuale di sicurezza di semi puri potremmo azzardare? (supponendo che non vi siano peppers nel raggio di 4-5 km) In queste condizioni la sicurezza e' assoluta! Simili condizioni di coltivazione consentono di ottenere tutte le certificazioni di purezza del seme che vuoi! Ovviamente devi usare una varieta' conforme e stabile, altrimenti avrai comunque una variabilita' nei risultati e possibile impollinazione incrociata tra piante con diversi livelli di conformita'. Basta una pianta non conforme per rendere non piu' affidabile al 100% l'intera monocoltura Share this post Link to post Share on other sites
Leonardo Bruno 1,521 Posted October 16, 2014 Queste condizioni, nessun peppers nel raggio di 4 o 5 km, sono configurabili dove? A me è venuto in mente tutto il verde sterminato della Sardegna...circondato da un mare cristallino come diceva De Andrè... Share this post Link to post Share on other sites
Guitarman 524 Posted October 17, 2014 Per semi lasciati essiccare a temperatura ambiente,in un piatto o bicchiere di plastica,é opportuno mettere qualcosa che trattenga l'umidità(sacchettini di silica gel o simili)? Share this post Link to post Share on other sites
Hellas 5,545 Posted October 17, 2014 Per semi lasciati essiccare a temperatura ambiente,in un piatto o bicchiere di plastica,é opportuno mettere qualcosa che trattenga l'umidità(sacchettini di silica gel o simili)? Direi di no, l'importante che vengano riposti in un ambiente non umido. Se hai una scrivania con un cassetto è un luogo perfetto. 1 Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,622 Posted October 17, 2014 Quoto, non sono necessari particolari accorgimenti per pochi semi. Per molti o moltissimi semi, e' sempre preferibile un passaggio in essicatore (37-38°C) Share this post Link to post Share on other sites
Bonnet 157 Posted October 18, 2014 Arrivo tardi su questo topic. Ho testato inconsapevolmente una delle tecniche da te indicate. Taglio a metà i frutti e faccio essiccare a 20 gradi con ventilazione forzata, non divido placenta ne niente. Una volta che i frutti sono secchi, i semi si raccolgono subito perchè basta strofinare il dito per toglierli. Con questo metodo ho il duplice vantaggio di avere i peps secchi e i semi già pronti e secchi. Come temperatura ho provato 20 gradi (prossimi giorni devo testare la germinabilità). 20c ° : più lento il processo di essiccazione - maggiori possibilità di tenere in vita i semi. Prossimo test i 30 c° Lone, accenni a 37-38 gradi. Come è la germinabilità a quelle temperature? Potrei fare delle prove a 40 c° Share this post Link to post Share on other sites
Lonewolf 18,622 Posted October 18, 2014 La temperatura di 38°C non e' una mia idea, mi e' stata suggerita in Esasem, e' la temperatura che usano loro (un'azienda sementiera!) C'e' un motivo concreto per usare tale temperatura; a quella temperatura l'attivita' di funghi e batteri e' ridotta rispetto a 30°C o meno. Inoltre l'essicazione e' molto rapida (poche ore) L'essicazione dei frutti insieme ai semi e' un po' rischiosa; a bassa temperatura possono formarsi muffe, a causa del lungo periodo in cui e' presente elevata umidita'. Durante l'essicazione di un (piccolo) lotto di semi mi e' scappata una temperatura piu' alta, 41-42°C (rilevata con termometro dentro le griglie); a parita' di impostazioni sull'essicatore avevo chiuso il lucernario (pioveva!) e il minor circolo d'aria aveva provocato un innalzamento della temperatura massima. Per mia tranquillita', ho effettuato un test di germinazione con 12 di quei semi; sono nati tutti in tempi brevi (così ora ho un vasetto con 12 piantine alle seconda coppia di foglie vere ) 1 Share this post Link to post Share on other sites
Bonnet 157 Posted October 18, 2014 Interessante. Prossima settimana provo a 40°c Share this post Link to post Share on other sites