Stefania 4,333 Posted July 28, 2014 Compilatore: Demoniacal666 2014 Capsicum chinense Jacq. Yellow Pointy Provenienza d'origine : Caraibi Procedura di coltivazione: -osmopriming in soluzione di acqua e sale per 24 ore -interramento del seme in bicchiere da 200cc -passaggio in vaso da due litri -passaggio finale in vaso da 18,5 litri/ passaggio finale in vaso da 5 litri Materiali usati : terriccio, lapillo vulcanico 10%, agriperlite 10%, osmocote 5/6M 5 grammi/litro, leonardite 5 grammi/litro, torba bionda pura 10%. Seme di colore giallo paglierino, classico da habanero. Germinazione veloce, dopo 4/5 giorni dall'osmopriming. I cotiledoni sono verde chiaro, lunghi e molto sottili. Lo sviluppo della pianta è rapido e dalle prime fasi si nota subito che si differenzia dagli altri chinense. Le prime foglie vere sono strette ed allungate, con i bordi laterali evidentemente rialzati. La venatura centrale si distingue con un colore molto più chiaro rispetto alla foglia stessa. Il gambo fino ai cotiledoni rimane violaceo, per poi diventare verde. La pianta è IPERproduttiva, con cascola quasi o totalmente assente; ogni bocciolo, che condivide lo spazio sullo stesso nodo con altri tre o massimo quattro fiori, assicurerà l'allegagione, anche se le temperature non saranno molto propizie. I primi frutti registrati sulla pianta risalgono a temperature minime notturne di otto gradi circa. Lo Yellow Pointy è una varietà che rimane molto compatta, paradossalmente si è alzata più la pianta in vaso da cinque litri, che quella nel vaso da 18,5. Ciò fa dedurre che si tratti di una pianta che non ha bisogno di spazi abbondanti per crescere, ma si adatta e prolifera in ambienti più ristretti. La dimensione è di circa 40/45cm in altezza e circa 60/70 di diametro. Le foglie della pianta adulta rimangono piccole, sempre lanceolate, con una dimensione massima di 5 cm in lunghezza e 3 in larghezza. Crescendo perde quell'arricciamento citato in precedenza. Il portamento è ad alberello, la sua forma ricorda molto quella del Chupetinho, ovvero ad alberello, anche se "abbozza" qualche foglia verso la base del fusto, lignificato con un diametro di 1,5cm. Il fiore ha un aspetto classico da Chinense, i petali bianco-verdognoli che verso l'ovario diventano completamente verdi, le antere, che si trovano molto vicino al pistillo sono grigio-bluastre, con venature bianche sulla parte laterale ed infine, i filamenti sono di colore rosastro. La quantità di polline è abbondante. Nella foto qui sotto si può scorgere il polline sullo stimma che quindi darà il via al processo di fecondazione. La dimensione del fiore è di circa un centimetro. L'isolamento tramite "TNT" è molto semplice, in poco più di una settimana sono stati ricavati circa 10 frutti nati sotto tessuto, tutti provenienti dalla parte apicale di un unico ramo. I frutti hanno una forma a "cono, con restringimento verso la parte del picciolo. La costrizione anulare del calice è evidente. Da immaturo si presenta verde scuro, giallo a maturazione completa. Misura circa 4/5cm di lunghezza e un 1,5 di larghezza. Rimane molto "affusolato". L'esocarpo appare lucido e liscio. Data la ridotta dimensione del frutto, tagliandolo non si coglie subito l'aroma, ma bisogna avvicinarsi fino quasi a toccarlo. Il profumo è tipico da Habanero. la piccantezza è poco persistente. Ha una discreta quantità di placenta, oleosa, bianca e compatta. I semi che sono attaccati ad essa sono circa una dozzina per frutto. Il sapore è ottimo, classico di Habanero, fresco, agrumato e dolciastro ma come già detto in precedenza, molto meno persistente. Dopo circa un minuto scompare totalmente. Toccando la placenta con la punta della lingua la piccantezza non si diffonde, ma rimane localizzata sulla parte della lingua con cui è entrata in contatto. Ingerendo qualsiasi liquido viene dispersa molto velocemente. Detto ciò è adatto a (quasi!) tutti i palati, dato che non porta la sensazione di bruciore al limite, ma promette di dare il proprio meglio usato nella preparazione di salse, oppure mangiato a crudo, nelle insalate oppure nei piatti freddi. Considerazioni finali : Lo yellow Pointy è un frutto che lascia piacevolmente sorpresi, ma senza infastidire i nostri sensi con concentrazioni di capsaicina troppo elevate. La sua peculiarità è senz'altro quella di avvicinare quelle persone che cercano di esplorare questo mondo, pur avendo remore di non riuscire a farlo. Insomma, data la sua facilità nella coltivazione, la sua iperproduttività e la sua versatilità, nonchè la sua facilità di adattamento a spazi relativamente ristretti, rappresenta un ottimo punto di partenza a tutti quelli che vogliono iniziare a coltivare Capsicum. Personalmente dopo averlo assaggiato lo reputo un elemento di spicco per le coltivazioni future. Sicuramente consigliato. 14 Share this post Link to post Share on other sites
Stefania 4,333 Posted August 25, 2014 Matilde Sarti 2014 - Le mie esperienze piccanti Si sa che, pur essendo importante (se non fondamentale!) come si è "fatti dentro", la prima cosa che colpisce è la vista. Lo Yellow Pointy è un peperoncino simpatico, sembrava avesse la "pancetta" intorno alla vita, è lucido e di un bel giallo che mette allegria. Mi piace davvero molto.. non vedevo davvero l'ora di aprirlo, quindi ho preso un coltello e l'ho aperto a metà. Da lontano non si sente un gran profumo, da vicino nell'insieme ho notato un profumo delicato: dico "nell'insieme" perché il profumo si intensifica e cambia da metà in su, verso il picciolo. L'ho quindi diviso in tre parti, come faccio sempre per sentirlo tutto. Che ci crediate o no, cambia un po' nei vari punti, almeno secondo me! Parto dalla punta e dagli incisivi, "per conoscersi" so che sembra molto ironico detto da una ventiquattrenne, ma sono tornata all'infanzia! Da piccola (neanche parlavo, a detta di mia mamma), avevo il vizio di "brucarle" interi vasconi di un'erba simile a un trifoglio a fiori fucsia, perché il gambo sugoso, se morsicato, buttava fuori una linfa al sapore di limone.. non me ne sono mai dimenticata, e negli anni se mi capita di rivedere quella pianta un paio di steli non me li toglie nessuno ed è quell'esatto sapore che ho sentito: un gusto fortissimo di limone per un secondo, poi sempre asprino, ma con quel netto gusto di "erba".. come il mio trifoglio. Buonissimo! Mi perdo in questo pensiero mentre mi servo di nuovo, anche ora che ci ripenso mi viene da sorridere a pensare a quanto è piccolo il mondo, anche nei sapori. Ne ho già mangiato il primo terzo, e vado avanti. La parte centrale cambia molto.. è sempre asprina, ma la prima cosa che mi è venuta in mente è l'aspro del sughino delle mele verdi, quelle aspre che io uso col salato.. uno dei pochi frutti che gradisco. Buono buono, ha anche un che di lime, ma molto leggero. Mi piace! Davvero buono, quindi perché smettere di mangiare? Arrivo alla parte più vicina al picciolo.. quella più piccante, anche se non sono affidabile perché non lo sento eccessivamente se ci sono altri sapori a distrarmi.. ma del piccante parlerò dopo, ora il gusto, che per me è la parte più importante! Nella parte più vicina al picciolo, dicevo, ho avuto una sensazione strana.. sembrava di "mordere il profumo". È difficile spiegarlo.. non si sente un vero sapore, è abbastanza blando rispetto al resto, ma è come se ti esplodesse in bocca un profumo, come quando stacco i singoli "chicchi" degli spicchi dei mandarini e li mordo: non si sente un gran gusto di mandarino, è un'acqua, ma percepisci il profumo, fortissimo, in bocca. Naso e palato sono collegati, e a volte le cose le sento così. Mi è piaciuto meno delle altre parti, ma anche questa mi ha fatto fare subito un collegamento di idee: un dessert di cui avevo letto anni fa. Lo chef aveva deciso di ricreare, con vari ingredienti, resine e fiori, una replica sotto forma di semifreddo di un famosissimo profumo da donna (non facciamo nomi!). Ricordo che il critico gastronomico scrittore dell'articolo lo aveva presentato come l'unico piatto sbagliato della serata, proprio perché, al di là della genialità dell'idea, sembrava davvero di prendere cucchiaiate di profumo. La cosa può disturbare, è vero.. ma ha anche un certo fascino, o almeno è come ho percepito la cosa. È insolito poter mordere una sensazione.. e, vi dirò, l'idea non mi disturba affatto, in barba al critico! Finisco anche quest'ultimo pezzo.. ora prova dell'amaro. Prendo una striscia "verticale" del peperoncino così da sentirlo insieme, e provarlo sulle varie parti della lingua. Mordo benissimo e con cura, è molto granuloso come sensazione sulla lingua. Prima di tutto testo l'amaro, che è il sapore che meno gradisco: butto dietro sul fondo della lingua.. tutto tace! Benissimo, non potevo essere più contenta di così. Si riparte passando dal centro della lingua per l'aspro, riecco quel buon sapore di limoni acerbi, molto profumato! Arrivato ai lati della lingua sento il "sale" di questo peperoncino, che ha un sapore quasi metallico per la mia percezione (e lo dico come un pregio!). Da piccola avevo un altro vizio, quello di mordere con forza le catenine d'oro.. adoravo il sapore. Questo peperoncino sa di oro, e lascia questo sapore nella saliva: a distanza di dieci minuti lo sto ancora sentendo, anche se leggermente ormai. Se Marchesi sapesse..! Metterebbe questo sul risotto allo zafferano al posto della foglia d'oro, doppia soddisfazione, risparmio e molta più persistenza sul lungo periodo. Passo sulla punta per sentire il dolce, il Fatalii mi ha viziato con la sua mielosità, qui ricorda di nuovo le mele, e un leggero gusto di zuccherini aromatizzati agli agrumi (le zollette mescolate alla scorza, avete presente?). Anche qui, è più un profumo, una sensazione, che una vera percezione del gusto. Il piccante non è forte secondo me, dà un leggerissimo calduccino, ma solo sulla parte del palato alto più vicina alla gola, e ottenibile da metà peperoncino in poi: zero punture, zero sofferenza, molto piacevole secondo me. Purtroppo sta svanendo il sapore "dorato".. credo che andrò a cogliere il secondo frutto Ricetta 1 Share this post Link to post Share on other sites