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Montagne

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Gran Zebru', il Re

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PepperAdmin

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La mia piu' grande aspirazione e' stata per molti anni riuscire a salire la parete nord del Gran Zebru' (o Konigspitze, cioe' monte del re) nel gruppo dell'Ortles.

 

Il Gran Zebru' (3857 m) e' imponente da ogni lato, ma la parete nord e' veramente impressionante; 1200 m di dislivello con molti tratti di pendenza a 70° e oltre.

Fino a pochi anni fa, a renderla ancora piu' temibile, dalla cima si protendeva sulla parete una immensa cornice di neve, cioe' una formazione di neve compatta che si forma nel lato sottovento per l'azione del vento, del freddo e del peso; quella del Gran Zebru' era così imponente da meritarsi un nome: la "meringa"

Dopo essersi progressivamente ridotta, la famosa meringa e' crollata nel 2001.

Il primo salitore (Diemberger, 1956) l'aveva letteramente "bucata" per salire direttamente sotto la verticale della vetta.

 

Come ho gia' scritto in "Hintergrat", la nord mi aveva affascinato gia' nel 1977 ... ma, per la difficolta' di essere sul posto (a 250 km da casa) con la parete in condizioni favorevoli e in una giornata di bel tempo, il sogno di salirla si e' avverato solo nella primavera del 1984.

In realta' la parete non era affatto in condizioni, troppa neve e troppo caldo ... ma non avrei sopportato di tornare ancora una volta a casa deluso ... :(

 

Io e il mio compagno avevamo previsto di rimanere un giorno intero al rifugio Citta' di Milano per acclimatarci, effettuando solo una ricognizione fino alla base della parete.

L'idea era di partire poi verso le 3 del mattino; ma ad ogni ora che passava eravamo sempre piu' impazienti e continuavamo ad anticipare la partenza ...

Alla fine siamo partiti alle 18 ! E' stata una vera fortuna perche' a causa delle pessime condizioni la salita ha richiesto un tempo infinito, ben 18 ore dal rifugio fino al rientro a Solda alle 12 del giorno successivo ;)

 

In quella salita, forse per l'unica volta nella mia carriera alpinistica, ho rischiato molto piu' del dovuto ... nella parte alta della parete la neve era inconsistente; spesso oltre alla punta della piccozza penetrava l'intero manico e ... buona parte del braccio ... su pendenze superiori a 70° !

In tali condizioni anche gli ancoraggi alle soste erano precari, assolutamente non in grado di bloccare una caduta.

Sarebbe bastato un piccolo cedimento del manto nevoso per finire entrambi sul ghiacciaio centinaia di metri piu' in basso :D

Fortunatamente alla fine tutto e' filato liscio :wacko:

Unico rammarico, essere stati costretti a uscire sulla cresta molto a destra della cima, aggirando la meringa (peraltro gia' molto ridotta).

 

Conservo sempre vivo il ricordo di questa parete incredibile.

Ogni volta che mi reco a Solda (un posto perfetto per le vacanze!) e salgo al rifugio proprio di fronte alla parete, la ammiro a lungo e sono orgoglioso di essere salito "proprio la' in mezzo"

 

Le foto parlano da sole ...

 

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(come al solito non ho mie foto recenti in formato digitale; queste sono prese dal web, spero gli autori siano contenti che altri abbiano l'occasione di ammirare le loro foto)

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