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Montagne

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L'evoluzione dell'arrampicata

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PepperAdmin

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quanto sei andato "lungo" con le semine?  

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  1. 1. in percentuale, quante delle piante che hai seminato potrai tenere?

    • il 100% (e magari ne potro' prendere altre)
      7
    • piu' del 75%
      8
    • piu' o meno la meta' (50%)
      4
    • circa un quarto (25%)
      2
    • meno del 25%, (Aiutatemi!)
      0

Nel periodo in cui ho praticato l'arrampicata vera e propria (fine '70-inizio '80) si discuteva se il limite delle capacita' umane fosse il fatidico 6° grado oppure se creare una scala delle difficolta' chiusa fosse stato un errore madornale ...

Messner scandalizzava tutti pubblicando un libro intitolato "Settimo grado" ...

Qualche decennio dopo e' evidente che la seconda ipotesi era quella giusta.

L'arrampicata libera (o sportiva, come si chiama oggi) ha fatto enormi progressi, ora le difficolta' massime si esprimono con numeri a 2 cifre (!).

 

Anche l'approccio alle grandi pareti e' cambiato.

Un film sulla salita in tre giorni della via The Nose su El Capitan (Yosemite, USA) al Festival di Trento del 1977 mi aveva entusiasmato.

Ora c'e' chi percorre la stessa via in poco piu' di tre ore (1000 metri verticali) sia pure sfruttando tutte le attrezzature gia' presenti.

 

Ecco tre interessanti filmati per chiarire per immagini ...

 

Nel primo, uno dei top-climber del momento sfida le leggi di gravita' sulla via probabilmente piu' difficile ...

So che e' difficile per chi non ha mai arrampicato valutare realmente la difficolta', ma provate ad appendervi su una appiglio orizzontale anche di grosse dimensioni e con i piedi appoggiati piu' avanti rispetto alle mani anche solo per pochi secondi ... poi considerate che il filmato dura molti minuti e ... guardate le dimensioni di certi appigli ...

 

Lo stile "lento" di una altro grande climber sulla stessa via e' forse ancora piu' impressionante

 

http://www.youtube.com/watch?v=s5Dc_lYnjWE&NR=1

 

Il terzo filmato e' appunto una "corsa" contro il tempo sul Nose de El Capitan; una prestazione atletica fantastica e una confidenza incredibile con l'ambiente verticale ... in certi passaggi alla fine del filmato c'e' letteralmente un km di vuoto sotto i piedi ... e senza corda!

 

http://www.youtube.com/watch?v=heIiGX3__Qg

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3 Comments


Recommended Comments

Ah cavoli che mi ritrovo qui...oltre ai peperoncini pure l'arrampicata! Apporcamiseria, ebbravo Claudio questa era veramente inaspettata.Tu hai avuto la fortuna di essere uno tra i primi (intendo come anni) oggi la realtà è ormai satura di nomi, di santoni e di tanti profeti. Odio le chiacchere infinite delle falesie, mi disturba vedere i serpentoni di persone che salgono su un sentiero, mi annoia vedere che tutti vogliono sempre sapere tutto su tutto. Ammiro chi invece vive la sua dimensione della montagna lontana dagli schemi del moderno, chi arrampica per un benessere personale e non per dimostrare niente a nessuno ma soprattutto ammiro chi vive la montagna come una riflessione, uno spunto per crescere, per andare avanti e per svincolarsi da tutto ciò che di materiale ci appartiene. Lo so, il mio è un discorso complesso ma vedo l'unione tra uomo e montagna come una cosa unica, inscindibile e chi riesce veramente a vivere questa cosa è libero e si sente libero! Amo il free climbing come forma di espressione, è possibile parlare attraverso il corpo senza necessariamente dar fiato alla nostra bocca. E' fantastico!Nei tuoi anni l'arrampicata è stata vissuta con molto entusiasmo e modo di vivere, oggi per molti è un lavoro oppure un semplice modo per stare in compagnia o per portare la famiglia sotto a una parete. Pur avendo 28 anni mi sento molto legato al passato, a chi ha "inventato" e provato sulla propria pelle la paura e le angoscie che l'arrampicata scatena, erano anni di conoscenza in cui tutto era ancora sconosciuto e chi arrampicava lo faceva con il cuore.Mi vengono in mente i vari grandi del passato (mi riferisco sempre al free climbing) Gullich, Manolo, Berhault, Edlinger, Lynn Hill, Dal Prà, Glowacz ecc ecc ecc (la lista è infinita) a quelli della "mia zona" Larcher, Bassi (i loro primi ottavi sono ormai vie mitiche) ecc ecc ad ognuno di loro invidio tante cose (dalla tecnica alla forza alla intelligenza alla voglia di vincere la paura al vivere la giornata) ecc ma quello che più mi "prende" e invidio fortemente è quel dannato senso di libertà che trasmettevano quando arrampicavano (ho parlato al passato ma molti arrampicano tuttora.Oggi io credo ancora in questo, molti di quelli attuali lo dimostrano (a partire dal mostruoso alex huber) mentre molti sono legati a una fattore puramente sportivo ehanno a disposizione allenatori ecc. Il livello di questi atleti è pazzesco e disarmante ma nessuno mi toglierà dalla testa che arrampicare con degli ideali e con il cuore è diverso che farlo in altre maniere.Personalmente ho investito molto nella arrampicata, pur facendolo da poco ho subito preso sul serio questo mondo che covavo da anni e che un pò mi rappresentava. Anche se dopo un periodo intensissimo ora pratico sporadicamente difficilmente perderò di vista questo che per me è ben oltre lo sport. ps: a cavolo per i filmati hai scelto proprio giusto, Chris Sharma e Ramon Puigblanque e soprattutto la Rambla azzzzzzzzzzz secondo me nella falesia di Siurana stan seriamente pensando di mettere gli spit di oro visto che chi riesce a salire la via finisce direttamente nell'olimpo del verticale ;)Mi scuso Claudio se son stato prolisso ma mi rendo conto che con certi argomenti non finirei mai di scrivere perchè i pensieri diventano un fiume in piena e come sempre, tanto, tralascio una marea di cose.....Un plauso a te per questo bellissimo argomento, sei grande ;)

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PepperAdmin

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Grazie per le interessanti considerazioni.E' bello sentire il parere di uno molto piu' giovane di me (che chiama "grandi del passato" molti nomi che hanno iniziato ad arrampicare proprio quando io ... smettevo ;) )Come in tutte le attivita' l'esasperazione e' necessaria per ottenere grandi risultati, ma non "paga" in termini personali.Trovo molto piu' appagante andar per montagne come faccio ora che non come quando arrampicavo seriamente; escursioni (o ferrate) quasi sempre in solitudine (e scelte con cura per trovarle il piu' "vuote" possibile), lunghe "corse" ma anche lunghissime pause per guardarmi intorno e guardare dentro me stesso ...Argomento interessante, ma ... c'e' tempo per parlarne ...

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Grazie per le interessanti considerazioni.E' bello sentire il parere di uno molto piu' giovane di me (che chiama "grandi del passato" molti nomi che hanno iniziato ad arrampicare proprio quando io ... smettevo :D )Come in tutte le attivita' l'esasperazione e' necessaria per ottenere grandi risultati, ma non "paga" in termini personali.Trovo molto piu' appagante andar per montagne come faccio ora che non come quando arrampicavo seriamente; escursioni (o ferrate) quasi sempre in solitudine (e scelte con cura per trovarle il piu' "vuote" possibile), lunghe "corse" ma anche lunghissime pause per guardarmi intorno e guardare dentro me stesso ...Argomento interessante, ma ... c'e' tempo per parlarne ...
e io intanto continuo a leggere le belle cose che scrivi ;)

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