Vajont
Ogni volta che scendo dalla Val Zoldana o da Belluno salgo verso il Cadore, passo da Longarone e lo sguardo corre inevitabilmente alla celebre e tragica diga che chiude una profonda gola sul lato sinistro (idrografico) della valle.
Ogni volta mi riprometto di fare una deviazione e visitare quei luoghi piu' da vicino ...
domenica scorsa, al ritorno dall'escursione sul Civetta, c'era tutto il tempo e ho colto l'occasione.
Confesso che mi immaginavo una visita solitaria e silenziosa, quasi un pellegrinaggio, ma mi sbagliavo ...
I luoghi sono meta costante di frotte di turisti, con tanto di parcheggi a pagamento e l'immancabile camioncino che vende panini e bibite!
... ma ne valeva comunque la pena.
Non sto a riassumere tutta la storia; si trova ampia documentazione online e per chi ha voglia di riviverla emozionandosi raccomando il fantastico "racconto" di Paolini; si trova in giro la videocassetta, 3 ore di monologo senza respiro (!)
http://www.jolefilm.it/files/index.cfm?id_rst=19
Un solo dato e' sufficiente a rendere l'idea di quel che e' successo lassu' nell'ormai lontano 9 ottobre 1963.
Dal monte Toc (=marcio in dialetto friulano!) si e' staccata un po' di terra ed e' precipitata nell'invaso artificiale della diga ... 270 milioni di metri cubi!
Non fa molta impressione, detto così ... ma e' un cubo di 650 metri di lato
Quel che resta e' una diga (ancora perfettamente integra) con dentro, al posto dell'acqua, una montagna di terra e sassi, ormai coperta di vegetazione e alberi d'alto fusto ...
... e un monte senza un fianco ...
... e 2000 morti che nessuno puo' dimenticare, perche' ogni giorno, ogni momento la diga e lo squarcio sul Toc sono la' a riportarli alla memoria.
Qualche immagine ...
La parte superiore della diga vista dal lato a valle; un capolavoro di ingegneria, peccato ... nel posto sbagliato!
Alcuni dati tecnici
Viste dell'interno dell' "invaso"; il mucchio di terra e' piu' alto della diga e si estende lungo la valle per quasi 2 km
La vegetazione in molti punti conta gia' piante d'alto fusto, ma pian piano sta colonizzando anche gli ultimi residui di nuda terra
Il lato interno della diga visto da "sotto" ...
... e di fronte
Lo squarcio sul Toc; e' lungo circa 2 km
Il laghetto residuo, km a monte della diga, proprio sotto il paese di Erto.
Il paese di Casso, 100 m piu' in alto della diga ... ma acqua e fango hanno superato in un attimo la barriera rocciosa!
Caspita, che toni drammatici ho usato
E' il caso di chiudere con qualcosa di piu' leggero
Sulla parete rocciosa sotto il paese di Casso c'e' una bella palestra di roccia; peccato sia a pochi metri dalla strada, dove in corrispondenza della diga c'e' un senso unico alternato regolato da un semaforo e ci sono quindi sempre lunghe code di auto
ma i "climber" sono adattabili e sopportano bene rumore e puzza ... ben altra cosa degli alpinisti
Infine una nota sempre divertente, anche se ormai scontata parlando dei due piccoli paesi della valle; insieme costituiscono un unico comune che viene sempre rigorosamente denominato "Erto Casso" e mai viceversa ... chissa' perche'
(ricordate che in dialetto veneto e friulano la "zeta" non esiste ed e' sostituita dalla "s" sorda, come in "sasso" )
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