Cobra crack
quanto sei andato "lungo" con le semine?
21 members have voted
Mi ha sempre affascinato la dedizione totale ad un problema complesso ...
Ricordo ancora con piacere quando alle superiori per un intero mese dedicai gran parte del tempo libero a cercare di risolvere un diabolico studio scacchistico, un vero rompicapo; ora si puo' trovare la soluzione online in pochi secondi, ma all'epoca Internet non c'era ancora ...
(per i piu' curiosi con un po' di nozioni scacchistiche, lo studio era la celebre composizione dei f.lli Sarychev:
B. Rd7 c7 N. Rf3 Ah7 b7; il Bianco muove e patta)
L'emozione quando alla fine la soluzione di materializzo' davanti ai miei occhi non ha prezzo.
Allo stesso modo ho letto tutto d'un fiato il resoconto del lunghissimo processo che ha portato Andrew Wiles a dimostrare l'ultimo teorema di Fermat ... affascinante (anche se non ho capito proprio tutto, lo confesso).
Nell'arrampicata un problema e' spesso una via di pochi metri che resiste ad ogni tentativo.
Caduta dopo caduta, i movimenti diventano sempre piu' perfetti fino al momento magico in cui tutto funziona alla perfezione e si e' oltre.
Ho provato varie volte questa esperienza (nei limiti delle mie capacita', naturalmente).
Un tempo mi allenavo sul muro esterno del (non ridete ) camposanto del mio paese, una struttura in blocchi di pietra lunga 20 m e alta 4 m perfetta per lo scopo.
Riuscivo a salire in verticale piu' o meno dappertutto e a percorrere il muro in orizzontale anche 20 volte senza mai toccare terra, ma lo "spigolo" al limite destro resistette per mesi ad ogni tentativo.
Per lunghissimo tempo non riuscii nemmeno ad alzare da terra entrambi i piedi; poi a poco a poco ogni singola asperita' di quei 4 metri mi divenne familiare e alla fine un giorno riuscii a passare la' dove sembrava impossibile.
L'autunno scorso ho visto il film "First Ascent" (con mia figlia Chiara) e mi e' piaciuta molto la storia dei tentativi (tutti falliti) di Didier Berthod sulla "Cobra crack" (fessura Cobra).
In seguito un altro specialista, Sonnie Trotter, e' riuscito a salire quella via, dopo un numero infinito di tentativi.
Ecco i due filmati (il secondo e' un po' lungo, per chi e' impaziente la salita vera e propria inizia al minuto 7:00)
http://it.youtube.com/watch?v=rXD4Xlm2U8k&...feature=related
http://it.youtube.com/watch?v=McHosr_98r0&NR=1
Per capire bene quel che succede sono opportune alcune precisazioni.
L'arrampicata varia molto a seconda del tipo di roccia.
La dolomia (tipica delle nostre Dolomiti) offre spesso piccole tacche nette per dita e punte dei piedi; l'arrampicata richiede equilibrio e buona capacita' di leggere la roccia.
Il calcare presenta spesso buchetti scavati dall'acqua perfetti per le dita (a volte per un solo dito).
Granito e basalto tipicamente sono caratterizzati da lastre liscie solcate da fessure; se le fessure sono abbastanza larghe da poter infilare la mano e la punta del piede, la progressione e' piuttosto semplice e rapida (a patto di conoscere bene la tecnica); un ottimo esempio e' nel topic "Catherine".
Se pero' la fessura e' "stretta" iniziano i guai; e' il caso delle fessura Cobra, protagonista dei filmati.
Come si puo' vedere Didier usa piu' volte un incastro di un solo dito!
Curioso che Sonnie invece ricorra a movimenti diversi.
Altro dettaglio degno di nota; la progressione in fessura consente anche di piazzare le protezioni (dadi ad incastro) direttamente durante la salita.
L'ascensione effettuata in questo modo e' piu' "completa" ed elegante, ma il tempo necessario per proteggersi sottrae preziose energie.
D'altra parte su calcare e dolomia o altre rocce compatte e non fessurate questa tecnica e' spesso impossibile e sulle vie estreme si ricorre ai chiodi a pressione (spit) piazzati preventivamente con l'ausilio di un trapano.
1 Comment
Recommended Comments
Create an account or sign in to comment
You need to be a member in order to leave a comment
Create an account
Sign up for a new account in our community. It's easy!
Register a new accountSign in
Already have an account? Sign in here.
Sign In Now