Solda 2008
quanto sei andato "lungo" con le semine?
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Non e' facile raccontare Solda e le mie brevi vacanze con poche parole e immagini ...
Il paese
Prima di tutto, a Solda non si arriva per caso; gli abitanti del posto e i frequentatori abituali (tra cui un certo R.Messner ) amano definirla "la fine del mondo".
L'incantevole paese e' situato al termine di una valle laterale rispetto alla strada che porta al passo dello Stelvio (versante altoatesino); a 1900 m di quota la valle si apre in una ampia conca dove un numero limitato di case e hotels si armonizzano perfettamente con il verde dei prati e boschi.
Tutt'intorno una corona incredibile di vette che sfiorano i 4000: Ortles, Zebru, Gran Zebru a ovest; Cevedale (e Vioz) a sud; Vertana, Angelo grande, Croda di Cengles a est.
Una sola strada per entrare e uscire, niente traffico "di passaggio", solo silenzio e pace ...
Una vista del "centro" (a sinistra uno dei tre impianti di risalita, unico neo che disturba un po' l'armonia della conca)
La conca vista dall'alto (dalla ferrata Tabaretta)
La corona di monti a ovest e sud (dalla cima della Croda di Cengles)
L'hotel Zebru'; l'abbiamo scelto (gia' tanti anni fa) perche', oltre alla qualita' dei servizi, e' al termine di una stradina laterale nella conca, piu' in alto di tutti gli altri ... alla fine della fine del mondo
Non capita tutti i giorni una vista simile direttamente dalla camera!
Il mio sguardo corre sempre a cercare "lei", la mitica parete nord del Gran Zebru' ... si rivela a poco a poco entrando nella valle e solo salendo in quota sul versante est e' possibile ammirarla tutta.
Non e' facile trovare nelle Alpi un'altra vetta di pari bellezza e fascino; oserei dire che solo il Cervino le e' superiore ...
Come ho raccontato in un precedente capitolo, l'ho salita nel 1984, proprio sotto la verticale della vetta; un altro periodo della mia vita e un'esperienza che ora non sarei in grado di ripetere
I rifugi
Tutto intorno alla conca splendidi boschi si spingono fino ad una quota di circa 2500 m, dove cedono spazio ad ampie praterie e ad un ambiente tipicamente alpino.
Qui si trovano vari rifugi, alcuni molto antichi
Rif. del Coston (Hintergrathutte), ai piedi dell'Hintergrat, la cresta est dell'Ortles.
rif. Serristori (Dusseldorferhutte), sul versante est della valle
La natura
E' possibile camminare per ore in meravigliosi boschi di larici, abeti rossi e pini cembri
Ovunque fiori ...
... e funghi
@Alb: se non erro la prima foto ritrae un'Amanita muscaria, la seconda (forse) una delle Amanite potenzialmente mortali (Phalloides?) ... ma i miei ricordi di micofilo sono molto sbiaditi.
Anche orti e giardini sono ben curati; c'e' chi riesce a coltivare ortaggi nonostante l'alta quota (chissa se riuscirebbe con i peppers?!)
La gastronomia
Perfetta la cucina dell'hotel che ogni sera ci ha regalato delizie e restituito le forze (immancabile, naturalmente, una piccola correzione piccante, sotto lo sguardo incuriosito e divertito delle cameriere)
Ho assaggiato lo strudel di tutti i rifugi
La palma del migliore spetta sempre a quello del rif. Serristori ... sublime :P
Nella foto, spuntino alla Malga dei Vitelli
La ferrata Tabaretta
Salire questa nuova e difficile ferrata era il mio obiettivo principale.
La via e' stata costruita solo un paio di anni fa e, a detta delle guide alpine di Solda, e' la piu' difficile in Europa;
supera la fascia rocciosa alta 500 m che separa il rif. Tabaretta (nel triangolo verde a destra nella foto, purtroppo il blog taglia un pezzettino delle immagini 800x600) dal rif. Payer, appena sotto il versante nord dell'Ortles.
Devo confessare che mentre salivo verso l'attacco ero piuttosto nervoso e indeciso, anche perche' negli ultimi mesi non ho fatto "i compiti a casa" e, mentre fiato e gambe sono a posto, ho trascurato quasi completamente l'allenamento per la forza nelle braccia.
Appena ho messo mano sul cavo d'acciaio pero' ogni timore e' sparito e ho ritrovato concentrazione e determinazione.
A salita completata non posso che confermare il giudizio delle guide; questa ferrata e' veramente piccante!
Ci sono numerosi passaggi impegnativi che conducono in un crescendo fino al passaggio chiave a meta' via, una diagonale verso destra su parete leggermente strapiombante, scarsissimi appoggi per i piedi e solo la corda d'acciaio come aiuto (in tutta la ferrata oltre al cavo non c'e' alcun appoggio artificiale, staffa o gradino).
La parte superiore e' piu' abbordabile, con un solo passaggio piuttosto difficile, ma la fatica si fa sentire e la quota certo non aiuta; la ferrata si chiude a oltre 3000 m, a pochi passi dal Rif. Payer.
La parete nord dell'Ortles
No, quella non l'ho salita!
In questo periodo c'e' pochissima neve e la via e' molto pericolosa ...
Ai piedi della parete su un masso sono infisse molte lapidi a ricordo di (una parte di) quanti sono caduti su questa temibile via ... un momento di riflessione e' d'obbligo ...
La ferrata alla Croda di Cengles
Archiviata la Tabaretta, dopo un meritato giorno di riposo (= passeggiata rigorosamente al ritmo di Stefania), ho salito anche questa via.
Il percorso e' piuttosto facile, ma abbastanza lungo ed esposto.
La vista dalla vetta della Croda di Cengles (3375 m) e' incredibile e merita lo sforzo per raggiungerla!
Lo sguardo spazia a 360 gradi ...
La Val Venosta (in fondo si vede il laghetto di Resia, famoso per il campanile che spunta dall'acqua)
Cime Vertana e Angelo grande
Le vette minori a nord dell'Ortles, verso il passo dello Stelvio.
Anche la foto di Ortles, Gran Zebru' e Cevedale all'inizio del testo e' scattata da questa vetta.
Spazio per le foto e tempo per scrivere sono ormai esauriti, ma ho ancora qualcosa da raccontare ... alla prossima puntata (con una simpatica sorpresa finale).
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