Pellegrinaggio
quanto sei andato "lungo" con le semine?
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Per ognuno di noi esiste un luogo preferito, dove si ritorna sempre volentieri e ci si sente "a casa".
Per me questo luogo e' (non potrebbe essere altrimenti) un monte: il Vioz .
Il Vioz si eleva a sud del gruppo dell'Ortles-Cevedale, proprio in fondo alla Val di Pejo (diramazione secondaria della Val di Sole) e sopra l'abitato di Pejo paese (poco piu' giu' c'e' Pejo fonti, noto per le acque minerali e le fonti idrotermali).
La caratteristica di questa montagna e' che nonostante la quota considerevole (3645 m), il sentiero per arrivare in vetta e' completamente esposto a sud ed in estate e' quasi sempre libero da neve.
Un grazioso rifugio poco sotto la vetta (Rif. Mantova, 3550 m, da poco completamente ricostruito) rende possibile dividere salita e discesa in due giorni diversi (per chi lo desidera o ... non ce la fa a tornare subito!)
Il sentiero e' facile (senza difficolta' alpinistiche e tratti pericolosi), ma non per questo comodo ...
In luglio-agosto si puo' approfittare di una cabinovia+seggiovia per raggiungere i 2300 m del Doss dei Cembri e da li partire per superare il "muro" che in 5,5 km sale di 1345 m (i piu' curiosi possono calcolare la pendenza media ... da panico! )
In altri periodi dell'anno (i miei preferiti ) si deve partire dal paese vecchio di Pejo, 1500 m slm, e il dislivello passa a 2100 m !!
La mia prima volta sul Vioz risale all'estate 1973, durante un campo scout in Trentino; giusto per inquadrare il periodo e il contesto ecco una mia foto durante la salita ... altri tempi (e senza barba!)
(l'ho ritagliata dalla foto di gruppo, non vorrei violare la privacy degli altri presenti nella foto)
Alla sera le nubi coprivano la vetta e non c'era molto da vedere.
Al mattino dopo, trascorsa la notte al rifugio, alle 5:30 eravamo gia' in vetta e ...
Ancora oggi mi emoziono a guardare questa foto; mi ricorda lo stupore di quel mattino nel vedere quelle fantastiche montagne innevate a portata di mano ... e il desiderio di proseguire oltre ed entrare in quel mondo misterioso e affascinante.
Uno di quei momenti che ti cambiano la vita e ti legano per sempre ad una passione ...
Due anni dopo, agosto 1975; con alcuni amici progettammo un folle giro a piedi su e giu' per i monti del Trentino;
tra questi il Vioz, con avvicinamento da Male' lungo tutta la Val di Sole e Pejo ... 40 km ... a piedi!!
Ora in Val di Sole c'e' una superstrada () e il traffico e' ben piu' intenso, ma allora il vecchio percorso entrava in ogni paesino della valle, con l'immancabile fontana d'acqua freschissima nella piazza centrale e nell'aria fragranza del pane appena sfornato ...
In questa foto siamo in alta Val di Pejo e il Vioz e' proprio lì, sullo sfondo ... la nostra meta per il giorno successivo.
Alla terza visita, nel 1977, ho anche realizzato il sogno di proseguire oltre il Vioz toccando in sequenza le cime del Cevedale, Gran Zebru', Ortles e uscendo dall'altra parte, a Solda (ne ho parlato in "Hintergrat").
In seguito sono ritornato molte volte sul Vioz, con molti compagni diversi (quasi mai due volte gli stessi, chissa' perche' ).
Molti pagano a caro prezzo le insidie di questo percorso; l'azione combinata di sforzo e quota provocano molto facilmente i sintomi tipici del mal di montagna, in grado di stendere anche baldi giovani che qua in pianura viaggiano a velocita' doppia rispetto alla mia
Anche Stefania ha provato l'emozione ... si e' molto divertita, ma le sue ultime parole sull'argomento sono state: "mai piu' !"
In queste due foto la mia accompagnatrice preferita, mia figlia Chiara (all'eta' di 9 anni) ...
La maggior parte delle salite e' comunque "solo", un'avventura tutta per me.
Spesso la salita al Vioz e' il momento che apre la stagione e mi permette di valutare su un percorso noto e impegnativo il mio stato di forma.
Altre volte ci torno quando ho bisogno di stare solo con i miei pensieri e "ricaricarmi"; in questi casi spesso comprimo l'intera escursione in un giorno solo; partenza alle 6 da VR, alle 9 a Pejo, alle 13 in vetta, alle 16 di nuovo a valle ...
I tempi e ogni dettaglio (sempre gli stessi orari, colazione sempre nello stesso posto (che strudel!), attrezzatura sempre uguale) sono scanditi come un rito.
Salire il Vioz e' per me qualcosa di molto simile a quello che per altri potrebbe essere (ad esempio) camminare verso Santiago de Compostela o qualcosa di analogo ... un "pellegrinaggio"
Queste foto sono piu' recenti (2003) e danno un'idea dell'ambiente.
Salendo, verso ovest il sottogruppo delle 13 cime
Le due punte del Cevedale (ZufallSpitze, cioe' monte a due punte, in tedesco)
Il Palon de la Mare e, sullo sfondo, il versante sud-est del Gran Zebru'.
Io e mio nipote; ok, non ci faccio una gran figura , in dialetto veneto si direbbe che sono un po' "tarusoto" (intraducibile, ma gia' la parola, pronunciata con la "s"sorda alla veneta, rende l'idea) ... comunque e' da tener presente che mio nipote e' alto quasi 1,90 ...
Due zoomate verso valle, giusto per dare un'idea dei dislivelli ... la costruzione nell'ultima foto e' il Doss dei Cembri, 1350 m piu' in basso; Pejo e' ancora altri 800 m piu' giu'.
Ok, allora ecco l'idea ... prossima cena piccante al Rifugio Mantova del Vioz ... i peppers li porto io
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