l’infuso di equiseto è utilizzato contro mal bianco, ruggine, fumaggine e quasi tutti i tipi di muffe..
l equiseto, pianta detta anche “coda cavallina” è una pianta perenne con steli alti 20-25 centimetri, senza foglie e fiori ma con piccole spighe che contengono spore.
- 1,5 litri di acqua
- 50 gr. di equiseto secco
- 2 cucchiai di sapone di Marsiglia liquido o in scaglie
Far macerare l’equiseto nell’acqua per un giorno intero, dopo la macerazione far bollire per mezz’ora, togliere dal fuoco, sciogliere l’eventuale sapone di Marsiglia ed aspettare che si freddi.
Il sapone di Marsiglia rafforza (come detto nell'intervento precedente) l’effetto svolgendo un’azione fissativa e protettiva dei principi attivi..
Filtrare l infuso, aggiungere (diluizione) in 5 lt di acqua e nebulizzarla omogenamente un paio di volte al giorno (tenendo conto le regole di base della nebulazione: non durante il giorno a sole pieno).
il macerato filtrato (SENZA SAPONE DI MARSIGLIA) o anche la cenere si possono usare anche come fertilizzanti, infatti l E. è una forte fonte di silicio.
Valbon è un nuovo antiperonosporico che associa l’attività curativa e penetrante del benthiavalicarb a quella preventiva e di copertura del mancozeb. Il nuovo principio attivo, benthiavalicarb-isopropyl, agisce a livello delle membrane cellulari interferendo con la biosintesi dei lipidi del patogeno ed è attivo nei confronti di diverse Peronosporaceae. In Italia è registrato per il controllo delle Peronospore della vite, della patata e del pomodoro. Per la patata Valbon rappresenta oggi l’antiperonosporico di riferimento per le aree del Centro-Nord Europa, dove la malattia causa costantemente rilevanti danni economici. Valbon è inoltre autorizzato su pomodoro anche per i trattamenti dopo la prima fioritura, sia in serra che in pieno campo, fino ad un massimo di sei.
Caratteristiche
Valbon è un prodotto caratterizzato da spiccata azione citotropica, translaminare e localmente sistemica, assicurando in tal modo la protezione perfino della vegetazione non ancora formata o in fase di sviluppo. Assorbito dalla pianta in meno di un’ora garantisce un’adeguata protezione anche in situazioni di elevata copertura vegetativa e con rischio di piogge successive all’applicazione. Benthiavalicarb-isopropyl agisce inibendo l'infezione a più livelli: inibisce infatti la germinazione delle spore di resistenza, la crescita del micelio, la sporulazione del fungo come pure la germinazione degli sporangi. Il benthiavalicarb inoltre, ha un meccanismo d’azione innovativo rispetto a diversi altri prodotti in commercio, quali le strobilurine (azoxystrobin e prodotti similari) e le fenilamidi come per esempio il metalaxyl. Utilizzato quindi nei complessi programmi di difesa antiperonosporica, Valbon risulta un ottimo strumento anche nell'ottica di strategie anti-resistenza.
Vantaggi
Il meccanismo d’azione di Valbon è innovativo, assicurando elevata efficacia preventiva, curativa e antisporulante, come pure rende Valbon efficace anche su ceppi resistenti a fenilamidi e strobilurine. Molto rapida appare anche la penetrazione nella pianta, che si traduce in una spiccata prontezza d'azione e in un'ottima resistenza al dilavamento. Prolungata anche l'efficacia biologica nel tempo, la quale consente comunque un ridotto intervallo di sicurezza, che su patata e pomodoro in pieno campo è di soli 7 giorni (3 per il pomodoro in coltura protetta). Valbon si dimostra quindi versatile e molto efficace anche in condizioni meteorologiche variabili. Valbon, infine, si caratterizza per l'ottima formulazione in granuli idrodispersibili che assicura maggiore praticità e sicurezza per l’utilizzatore, come pure una rapida e ottimale dissoluzione in acqua.
come tutti i metalli il rame in dosi eccessive è fitotossico e porta direttamente alla morte della pianta..
la carenza è molto rara e si verifica con dosi elevate di fosforo (che ne limita l'assorbimento)
i sintomi sono:
foglie nuove di colore verde scuro.
zone necrotiche (secche) e le foglie si contorgono partendo da un arricciatura.
Il peperone è tra le ortive più sensibili alla stanchezza del terreno, per l’escrezione radicale di sostanze tossiche e loro accumulo nel terreno a causa della lenta demolizione ad opera della microflora tellurica. Inoltre, per problemi comuni legati alla comparsa di tracheofusariosi si sconsiglia il ritorno della coltura o di altre Solanacee sullo stesso appezzamento prima di tre-quattro anni.
E’ noto che le radici di pesco sintetizzano una miscela di fitotossine tra cui amigdalina e prunasina (Fig.2), glucosidi cianogenetici che nella rizosfera si idrolizzano a benzaldeide e acido cianidrico, che inibisce la respirazione cellulare.
Analogo discorso riguarda il melo con la sintesi radicale di florizina.
in caso di reimpianto di pescheti
In definitiva, la semplificazione degli ecosistemi attraverso la riduzione della biodiversità (sia in termini di specie vegetali coltivate che di biocenosi) rappresenta la principale origine dei fenomeni di stanchezza del terreno. Tecniche agricole quali la rotazione colturale, impiegando possibilmente specie botanicamente lontane, contribuiscono a ripristinare un minimo di biodiversità nei terreni coltivati.
Lo zinco tra le altre cose è uno stimolatore degli ormoni della pianta, quindi dire che è fondamentale
(del resto come tutti gli altri) è inutile...
I sintomi della carenza sono:
malformazione dei margini delle foglie.
crescita stentata.
crescita a “rosa o rosetta”(non si sviluppa in altezza ma fa un cespuglietto basso).
Curiosità:
Troppo fosforo può impedire l'assorbimento dello zinco.
Il potassio come sappiamo è un'importante macro elemento per la crescita sana delle piante..
In particolare il potassio serve alla pianta per l'assorbimento dell'acqua e della fotosintesi oltre che per
regolarizzare e favorire la fioritura, la maturazione, la robustezza della pianta e delle foglie, aiuta la
pianta a resistere dagli attacchi parassitari, la respirazione e molto altro ancora.
I sintomi da carenza sono:
come premesso sulla robustezza la pianta può svilupparsi a “rosa” non sviluppa il fusto quindi rimane
bassa e fa ramoscelli.
i seguenti sintomi partono dalle foglie più vecchie..
clorosi e necrosi a chiazze sulle foglie.
annerimento di alcune parti della foglia.
esposizione facilitata ad agenti patogeni (muffe, funghi, ecc)
curiosità:
nei terreni sabbiosi molto drenanti e simili è facilmente slavato dalle annaffiature..
Uno dei più frequenti squilibri, in quanto i fertilizzanti non lo apportano, e molte
piante ne richiedono una discreta quantità.
I sintomi da carenza sono:
stentata crescita.
clorosi delle foglie apicali (quelle nuove).
Ma il sintomo più chiaro che evidenzia questa carenza è la deformazione delle foglie…
ATTENZIONE agli eccessi.. portano ad una basificazione (aumento del ph) e causa squilibri gravi tra
altri elementi (K, Fe, Mg, N).
premetto che la carenza di fosforo è molto difficile che si presenti, il terreno argilloso è più
propenso a tale mancanza. Il fosfato è antagonista dei terreni/annaffiature basiche e cioè con pH
tendente a numeri alti (da 7 in su).
Su terreni neutri/basici se non è integrato correttamente, in circostanze normali la pianta potrebbe
presentare sintomi da carenza.
I sintomi da carenza di fosforo sono:
Sviluppo stentato.
Zone necrotiche.
Perdita delle foglie più vecchie.
Clorosi lungo le nervature a partire da quelle giovani.
Foglie opache e giallastre (di solito a chiazze).
È preferibile somministrarlo in maggiori quantità in estate mentre la pianta si prepara le riserve per
l’inverno.
Curiosità:
per far si che sia assorbito completamente va somministrato a livello delle radici in quanto
non essendo idrosolubile non drena nel terreno con le annaffiature. (per gli amanti del fertilizzante in granuli)
La carenza d’azoto presenta questi sintomi:
Clorosi (ingiallimento delle foglie) prima nelle foglie vecchie e poi in quelle giovani.
Caduta delle foglie (dopo la clorosi).La carenza è più suscettibile in primavera quando la crescita è più veloce.
Si possono verificare anche situazioni in cui ci sia un eccesso di fertilizzazione di N e si può assistere a questi eventi:
Sviluppo della parte superiore con sottosviluppo delle radici.
Foglie dai colori TROPPO intensi (avete presente quel verde scuro che assomiglia ad uno smeraldo).
Spaccatura dei frutti maturi.
Ritardo o anticipo della fioritura.
Suscettibilità a malattie fungine e parassitarie a causa della fragilità/tenerezza delle nuove foglie.
Per un migliore assorbimento dell’azoto è bene non abbondare con acqua in quanto con troppa acqua
si avviano dei processi di trasformazione (oltre al fatto che quello derivato da ammonio e nelle altre
forme “veloci” potrebbe essere “lavato via” e quindi non essere utilizzato).
la carenza di boro anche se molto molto rara è difficilissima da constatare
infatti sia l’eccesso che la carenza hanno lo stesso sintomo..vale a dire la “morte” degli apici di tutti i
rami.
per constatare l’effettiva carenza bisogna prendere il ramo ormai secco e sezionarlo.. al centro dello
stelo/ tronco presenta un imbrunimento.
una carenza di zolfo è molto rara e non facile da riconoscere, si può presentare con i classici sintomi:
stentato sviluppo.
foglie che si accartocciano.
clorosi a partire dalle foglie giovani.
Per quel che ho potuto appurare dalle mie esperienze e a detta del mio buon vecchio e caro nonno (che ne sa..)
causa un ingiallimento e necrosi a “macchie” delle nervature… poi indovinate cosa succede..
La carenza di magnesio provoca:
ingiallimento dei bordi delle foglie con successiva necrosi, è un meccanismo irreversibile quindi una volta ingiallite le foglie non torneranno come prima..
Attenzione quindi alle dosi che date in quanto imbattersi in un eccesso è facile..
Esiste la possibilità che si possa verificare un “accartocciamento all'insù” della foglia, generalmente le cause di questa patologia sono altre..