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  • Maverick

    Dati raccolti stagione capsica 2017

    By Maverick

    15/07 1,60 Kg 21/07 3,80 Kg 26/07 2,90 Kg 27/07 2,60 Kg 30/07 5,20 Kg 03/08 8,80 Kg 05/08 2,80 Kg 07/08 6,45 Kg 11/08 12,70 Kg 16/08 12,30 Kg 18/08 4,60 Kg 19/08 1,65 Kg 20/08 4,50 Kg 21/08 5,75 Kg 23/08 5,10 Kg 27/08 10,55 Kg 30/08 3,75 Kg 31/08 3,15 Kg 02/09 7,00 Kg 04/09 9,60 Kg 08/09 16,00 Kg 11/09 6,20 Kg 15/09 3,30 Kg 21/09 6,60 Kg 23/09 10,10 Kg 29/09 3,00 Kg 04/10 6,80 Kg 06/10 6,30 Kg 12/10 6,40 Kg 16/10 2,50 Kg 21/10 8,10 Kg 02/22 10,10 Kg Totale: 200,20 Kg
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Una società perfetta (The Masterpiece Society)

<segue>   una considerazione importante per inquadrare gli anni 60:   tali anni sono pressocche' equidistanti della prima guerra mondiale e dai nostri giorni... e questo fa capire che enorme differenza c'e' stata "prima" rispetto al "dopo".   La straordinaria novita' del periodo e' la nascita dei giovani:   fino a quegli anni la transizione dall' eta' infantile a quella adulta era netta, ed anche visibile: i calzoni corti. I ragazzi, e si parla di gente anche fino a 20 anni, li portavano anche di inverno, con il cappotto; erano il segno esteriore della loro giovinezza (o della non indipendenza).   quando un ragazzo indossava i pantaloni lunghi, cio' voleva dire che era diventato un uomo, come suo padre, suo nonno, e via cosi'... e come suo padre e suo nonno doveva pensare a "farsi una famiglia"; e come loro avrebbe dovuto abbandonare le siocchezze da ragazzi per dedicarsi alle cose serie della vita (!).   Negli anni '60 invece, iniziano a vedersi i primi frutti della colonizzazione consumistica; si crea una nuova tipologia di consumatore: il giovane, con le sue mode, le manie e con tutto cio' che in prospettiva possiamo vedere anche oggi. La sindrome di Peter pan, forse e' iniziata cosi'.   Per noi, i primi anni 60 non segnano solo il passaggio tra il dopoguerra e il boom, ma anche e soprattutto il vero cambiamento della societa' italiana, seguendo i nuovi miti americani: inizia ad esserci un po' di benessere, che in fondo vuol dire solo che facendo qualche sacrificio, si hanno i soldi per comperare oggetti domestici a cui ora siamo abituati: il frigorifero, la televisione, la lavatrice...   Non e' tutto rose e fiori; l'Italia e' da sempre una realta' contadina, ed il miraggio del benessere porta ad una costante migrazione verso il nord, o verso le citta', di personale non qualificato che verra' sfruttato nell'industria con salari minimi e condizioni di lavoro da schiavismo.   I giovani, via via negli anni 60, iniziano a muovere il mercato: sfondano i beatles ed i capelli a caschetto (all'epoca considerati delle lunghe zazzere) spopolano insieme agli abiti stretti e agli stivaletti... in pochissimi anni si accavalleranno mode ed idee, e anche radio e tv alla fine, e con molta censura, apriranno a questa nuova ondata con programmi che hanno fatto storia, e che spesso vengono riproposti in spezzoni come tappabuchi in orari da vampiri o in estate.   <segue>

nipotastro

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Hot Pepper Lantern outside

My indoor pepper plant Hot Pepper Lantern Capsicum chinense outside for a bit of fresh air.       Pod of Serrano Purple – some purple but mostly green at this moment   Flower of Jalapeno Delicias, I believe this jalapeno should have a milder heat than a “regular” jalapeno

Patahontas

Patahontas

 

Ombre dal passato (Shades of Gray)

...e tra varie amenita' e' gia' passato un anno dall'ultimo aggiornamento di questo blog... nel frattempo il forum e' cresciuto... e mio figlio anche!   Ho continuato, sempre raramente, a suonicchiare con i soliti amici ed ovviamente continuo a suonare qualsiasi cosa male... beh, onestamente questo non e' tra i miei crucci.   E' divertente notare la differenza soggettiva dello scorrere del tempo: per me e' gia' passato un anno, per mio figlio la scorsa estate e' un lontano ricordo, vicino nella memoria alle altre estati passate...   Dall'unione del suo concetto di tempo, e del mio tentativo di fargli ascoltare la "mia" musica commentandola, ogni tanto esce qualcosa di estremamente ilare; l'esempio piu' classico fu un paio di anni fa, quando gli feci visitare per la prima volta un castello medievale (vabbe' era un po' una ciofeca ricostruita asinamente, ma era l'unico vicino). Pieno di meraviglia esclamo'   " ...questo mi sa che e' di prima degli anni '70...!"   Effettivamente, quando gli parlo di musica, gli anni 70 sono " l'anno zero", in pratica ascoltando rock e derivati le canzoni piu' vecchie sono di quegli anni e probabilmente avro' anche detto qualcosa a proposito di quando ero ragazzino, appunto negli anni 70.   Quello che ti fa un po' riflettere, su quanto tempo e' passato, e' che ogni tanto senti qualche cover, ed istantaneamente ti ricordi qualcosa che era rimasto sepolto in qualche anfratto poco irrorato del cervello per anni... e poi ti ritrovi a fare i calcoli e incredibilmente scopri che sono passati 20 o piu' anni...   I mitici anni 60   la prima cosa che viene in mente e' :<<ma perche' sono mitici..??>> Bhe' qui la musica c'entra di riflesso, in realta' chi c'era in qugli anni se li ricorda per l'accavallarsi continuo di novita' e sviluppo...   un esempio: un carissimo amico nel 1962, a 6 o 7 anni, si trasferi' seguendo il padre che lavorava in agip, da un industrializzato paese emiliano a San Salvo, paese agricolo della provincia di Chieti che all'epoca contava poco piu' di 4000 abitanti.   Quando arrivo' in treno con la madre, il padre ando' a prenderli alla stazione ferroviaria piu' vicina con l'auto data come dotazione individuale dall'agip, una fiat campagnola priva di sportelli e con il tettuccio in tela... poi scopri' che per l'agip san salvo era equiparata allo yemen e quindi ai dipendenti in entrambe le zone toccava lo stesso trattamento.   In effetti a San Salvo nel 1962 non c'era ancora l'illuminazione pubblica, e con sommo stupore il mio amico scopri' che all'alba si muoveva una interminabile colonna di contadini e muli che migravano verso i campi e che la processione si ripeteva in senso inverso al tramonto...   L'esilio duro' fino al 66, o forse al 67, quanto basta per poter vedere a San Salvo le prime minigonne.   Questi erano gli anni 60, in 5 anni dalle strade buie alla minigonna, ed il tutto a San Salvo, con rispetto parlando, non proprio il centro dell'universo.   <segue>

nipotastro

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Spazio di Tecnica Strumentale - 6

spazio di tecnica strumentale by Brugo* da www.loscheccos.org       Nella scorsa lezione abbiamo affrontato il problema degli illeciti accordi, oggi è il momento di pensare alla velocità dei cambi.   Non è realistico, neppure per un fan dei Los Checcos, pensare di usare un solo accordo per eseguire una canzone. Passare da un accordo all'altro in tempi brevi è sempre stato un problema.     Se siete in due la cosa è fattibile:   il chitarrista A esegue tutti gli accordi dispari ( su di lui ricade la responsabilità della tonalità del pezzo) ad esempio nella canzone del sole di Battisti-Mogol (LA-MI RE-MI) il 1° e il 3° (LA –RE), lasciando alla seconda chitarra, ecco scoperto perché si chiama così, il 2° ed il 4° accordo (MI-MI).     E' evidente che essendo in quattro ognuno può cavarsela suonando un solo accordo.     Per certi pezzi di Billy Joel potrebbero occorrere due autobus di chitarristi.     Se suonate da soli vi converrà imparare a suonare tutti o quasi gli accordi di una canzone.     Per facilitarvi la cosa potete ricorrere ad alcuni trucchi del mestiere: alzare il manico della chitarra (paletta verso il soffitto) quando passate da un accordo al primo capotasto ad un altro al secondo o terzo capotasto, viceversa abbassare ( paletta verso il pavimento) il manico della chitarra nei casi opposti, ad es. passaggio da accordo di SI a LA.     In tal modo muoverete la mano sinistra SEMPRE IN DISCESA con evidenti vantaggi nella velocità dei cambi.     Se tutto ciò vi sembra troppo faticoso ma per contro avete una buona mira oppure una fortuna sfacciata, datevi al basso: si suona una sola corda alla volta, però bisognerà pure azzeccarla.     Le prime volte usate solo il MI che sopra non ha altre corde ed è più facile da beccare.       * Brugo (il manovale che non puoi farti mancare) oltre che insegnare Teoria della tecnica strumentale presso il Los Checcos Institute di Carcassonne, è autore del celebre manuale "Come caricare, scaricare, ricaricare e riscaricare il furgone" edizioni Brugo/ Los Checcos .

Los Checcos

Los Checcos

 

Some pictures of buds, flowers and pods

Clavo looks promising, I believe this is an Italian capsicum chinense   Birgits Locoto, capsicum baccatum   Numex Pinata, one of those "extra" beautiful jalapenos.   Chocolate Bhut Jolokia, I am really looking forward to see the pods on this one and to taste it.   Small pods of Bubba looking at the sun:) I wonder if they will stay this way?   Blondie, last year this one did not came true so I am having another go this year with this white baccatum.   Another "white" pepper, White Rocoto - still very green;)   Aji Colorado, is not as early as last year but still an early baccatum.

Patahontas

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Sengia de Mezzodì

Solo un'aggiunta al post precedente; mi e' capitata tra le mani una foto della Sengia de Mezzodì, fotografata un anno dopo dal rifugio Revolto ...     La via inizia dove indicato dalla freccia e sale piu' o meno in verticale. In quel punto la parete e' alta circa 100 m. L'uscita e' proprio al confine tra luce e ombra in alto; il tetto proprio alla fine della via originale, 4-5 metri cubi di roccia, e' gia' caduto

PepperAdmin

PepperAdmin

 

First matured pod of 2009

White Rocoto, still no pods just flowers.   Serrano Purple   Bubba Capsicum baccatum   Goats Weed   Bhut Jolokia   Hot Pepper Lantern with one matured pod so far - its really great to be able to harvest at this time of the year.   //Patrik

Patahontas

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Il lavoro rende l'uomo... - 2

corrispondenza di El Rubio durante l'avventuroso viaggio di ritorno da www.loscheccos.org     Nella sala da ballo del dopolavoro ferroviario di Baia Loca della Isla Desertas dopo il calar del sole succedono cose che non devono restare sconosciute ai lettori de El canto de El Rubio.   I dayaki, dopo una movimentata estrazione a sorte con i carpinteros del cantiere, si sono aggiudicati il diritto a mantenere gli abiti di foggia maschile; pertanto i tutù gentilmente offerti dalla direzione sono stati indossati, per la prima volta da diversi anni, dai carpinteros che sportivamente, visti da vicino i machete dei dayaki, hanno accettato di farsi condurre nelle danze.   Quando le immortali note di Bloody Checcos hanno dato il via alle danze più di una lacrima è stata vista far capolino tra le ciglia nerborute di quei rottami umani.   Il dj del dopolavoro, un apolide chiamato Juan Publio von Trotten, venuto a sapere del mio status di corrispondente itinerante si è prostrato ai miei piedi in segno di sottomissione, presto imitato dai carpinteros che sulle note di Guendalina remix mi hanno acclamato Gobernador Maximo de la Isla Desertas.   Come primo atto dopo l'insediamento ho decretato l'inizio di una nuova era di prosperità e di splendore per tutti i carpinteros col tutù, che sapranno riprendersi con gli interessi tutto quel che le multinazionali del petrolio gli hanno sottratto negli ultimi settanta anni.     Jennifer la notte è giovane e la carne è debole.     *El Rubio, corrispondente itinerante indipendente, autore di numerosi reportage, non ci risulta essere mai stato condannato per attività illegali.

Los Checcos

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First pod and some flowers

I wish I had more time to take more photos etc, but my daughter seems to take most of my time and shes is very interested in the pepper plants - so my job nowadays is to keep them away from her, its a hard job   Anyway here are some photos. I hope to do a big update soon.   //Patrik   Aji Colorado, second year that I grow this one from seed (the only one that I grow for a second time this year - I love this one)   The Chinense peppers, most of them. This year I am growing some hot capsicum chinense. In this photo there are two Bhut Jolokia (brown and red) and four 7 pod versions (Red, Yellow, Orange and Brown). There is one that has pods that looks like a Caterpillar, it is called Aribibi Gusano. The one that differs the most is the tallest of them Cajamarca this capsicum chinense have a pubescens like fuzz on the stems. It reminds me a lot of the Misqucho Colorado PI 152225 that I had last year.     It is crowded!   Purple Jalapeno, first pod of the 2009 peppers.   Santa Fe Grande, never grown this common pepper before.

Patahontas

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Intervista esclusiva

news tratta da www.loscheccos.org del 14.05.2006   Per i lettori di NEWS IN TEMPO REALE siamo riusciti ad intervistare i maestri davanti ad un piatto di tacos alle vongole annaffiato da un paio di caraffe giganti colme fino all’orlo di maraschino.   Lasciamo i maestri che leccano i piatti e ruttano rumorosamente per compiacere la vecchia cuoca che dalla cucina fa capolino con altri tacos alle vongole

Los Checcos

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Il lavoro rende l'uomo... - 1

corrispondenza di El Rubio durante l'avventuroso viaggio di ritorno da www.loscheccos.org       La Princesa Estraca è attraccata nella Baia Loca della Isla Desertas per urgenti lavori di miglioria che includono l'eliporto, la moquette sul ponte, le buche del minigolf e la pista da ballo.   I dayaki, di mentalità piuttosto conservatrice, hanno dato segni di insofferenza nei confronti delle novità ma è bastato agitare lo spettro di oscure maledizioni sulle loro teste e su quelle di tutti i loro parenti per uscire dall'impasse.   I cantieri della Baia Loca sono notoriamente abusivi e le maestranze, tra le più qualificate al mondo, non amano parlare del loro passato e anche sul futuro non è che si sbottonino un granchè.   Non so quanto dureranno i lavori e comincio a pentirmi di non aver portato le bocce.     Miguel, fa che io, El Rubio, non venga mai a sapere che sei stato tu a dare fuoco alla conigliera della cosiddetta moglie di zia Consuelo; ma non vedo come tu possa riuscirci.   Jennifer, vorrei che tu fossi qui . Non riesci proprio a liberarti per il fine settimana?     * El Rubio, corrispondente itinerante indipendente, autore di numerosi reportage, non ci risulta essere mai stato condannato per attività illegali.

Los Checcos

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Spazio di Tecnica Strumentale – 5

spazio di tecnica strumentale by Brugo* da www.loscheccos.org     "Se vostra zia ha una parrucca fatevela prestare ma se vostro zio è pelato rasatevi a zero".   Questo celebre motto dei chitarristi non si attaglia a chi voglia mettere su una cover band dei Los Checcos.   Quello che conta è il tocco, la spregiudicata impudenza della pennata, l'originale regolazione degli strumenti e dell'amplificazione: gli alti medio alti, i medi bassi, i bassi medio-alti. Tenendo sempre conto delle tonalità medio-alto-basse delle voci ( le celebri voci lilla).   Poiché la musica dei Nostri viaggia su atmosfere di tipo onirico-tribal-debosciato sarà opportuno bandire assolutamente qualsiasi tipo di assolo stumentale e di contrappunto.   L'unica possibile dimensione chitarristica è quella armonica, che dovrà essere dilatata ben oltre i confini del lecito. L'illecito accordo contraddistingue le esecuzioni dei Los Checcos dalle origini fino ai giorni nostri. Sarà proprio sugli accordi illeciti che dovreta affinare la vostra tecnica.   In parallelo una insistita teoria di toniche verrà propinata dal basso , interrotta solo da qualche rara sensibile, preventivamente concordata.   Sottodominanti e dominanti mettetevele dove non batte il sole.     * Brugo (il manovale che non puoi farti mancare) oltre che insegnare Teoria della tecnica strumentale presso il Los Checcos Institute di Carcassonne, è autore del celebre manuale "Come caricare, scaricare, ricaricare e riscaricare il furgone" edizioni Brugo/ Los Checcos .

Los Checcos

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World news

news tratta da www.loscheccos.org del 08.05.2006       Alle 23 e 30 del 7 aprile '06 ora di Vaiaku le piu' importanti agenzie di stampa del Tuvalu hanno battuto la seguente notizia:  

Los Checcos

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Medium Mediatica

corrispondenza di El Rubio durante l’avventuroso viaggio di ritorno da www.loscheccos.org     Nella” Taberna del puerto” il più affollato bar di Puerto de Cabras, intorno alla mezzanotte, si può incontrare Madam Lenoir una medium senegalese dai poteri straordinari. E’ l’unica al mondo in grado di mettersi in contatto con lo spirito dei vivi. Grazie ai buoni uffici del mio serramanico, ed a una buona dose di agua del diablo, sono riuscito ad intervistare, tramite la medium, nientemeno che Bono degli U2.         Saranno le due del mattino, il mare sembra di petrolio e domattina la Princesa Estraca ripartira’, questa volta sulla rotta di Gibilterra, con la stiva carica di grasso di capra.   Jennifer, ricordati della lavanderia.

Los Checcos

Los Checcos

 

Peppers, peppers everywhere

At last we have some nice spring days with temperatures well over 10 C   It is chaos at home - peppers everywhere, and I just planted the tomatoes... Some of the older plants like the Hot Pepper Lantern are doing very well. I believe the first pod will turn red quite soon. Of the 2009 peppers Purple Jalapeno has the first flower buds. Some peppers are still very small, like the rhomboideum plant. Speaking of capsicum rhomboideum it seems to be much confusion with this plant and its name (also known as capsicum ciliatum)   Hot Pepper Lantern - 3 years old, has never been outside.   Hot Pepper Lantern   Purple Jalapeno (or should it be Jalapeno Purple?)     PI 645680 Capsicum rhomboideum

Patahontas

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Grandi alpinisti

La letteratura di montagna e' piena zeppa di racconti di avventure epiche, comportamenti eroici e grandi imprese ... A volte pero' la realta' e' molto meno nobile e, in certi casi, sfiora la farsa .   Questo e' il racconto (senza foto) di una mia "avventura" tragicomica che risale all'ormai remoto 23 novembre 1980 (ricordo bene la data perche' quel giorno si e' verificato il terremoto in Irpinia). E' una di quelle storie che si raccontano con piacere ogni volta che ci si ritrova con i vecchi amici, magari arricchendola ogni volta di nuovi dettagli .   Domenica mattino; nonostante l'autunno inoltrato, e' una giornata splendida, l'ideale per una escursione in montagna. Contatto al telefono tre amici della Val d'Illasi (con qualche difficolta', per quanto possa sembrare strano ai piu' giovani, ancora non esistevano i cellulari e pochi avevano il telefono in casa) ... "Che facciamo? Un bel giro sul Carega? (la montagna "di casa") Ok, passo tra poco ..."   Alle 9 siamo tutti e quattro al rifugio Revolto: A****a, F******o, G***o ed io. Ho portato il materiale da arrampicata; scarpette, imbragatura, una corda, martello e qualche chiodo ... magari ci inventiamo qualcosa ... Anche gli altri hanno scarpette/scarponi e imbragatura. L'occhio si posa sulla Sengia de Mezzodi', una parete di roccia (apparentemente) solida alta 100 m e larga circa il doppio, che si erge dall'altra parte della valle, alla base del M. Plische, proprio di fronte al rifugio ... Perche' no? E' ben noto che la roccia nel versante veronese del Carega e' davvero pessima ("marcia", come si dice), ma quella parete vista da lontano sembra abbastanza solida ()   Per la serie "Le ultime parole famose", G. dice "Va bene, proviamoci, ma in fretta che' alle 2 ho un appuntamento" (morosa?).   In breve siamo alla base della parete. Abbiamo una sola corda, un piccolo problema; il primo che sale dovra' recuperare il secondo, poi lanciare il capo della corda al terzo, farlo salire e ripetere l'operazione con il quarto ... laborioso, ma vabbe' ... Lasciamo gli zaini (li prendiamo al ritorno) e partiamo.   Il primo "tiro", circa 30 metri fino ad un buon punto di sosta, si presenta abbastanza semplice e solido. A. sale tranquillo, attrezzando con chiodi nei punti piu' difficili. In un'oretta siamo tutti alla prima sosta (e sono circa le 11).   Il secondo tiro, altri 30 metri, e' decisamente piu' complicato e la roccia non e' piu' tanto buona. F. e' impegnato per una mezz'ora ed e' ormai mezzogiorno quando siamo tutti insieme alla seconda sosta, un misero gradino che a malapena puo' contenerci tutti, stretti come sardine.   G. prova a partire per il tratto successivo, ma dopo solo 3-4 metri c'e' un punto molto difficile e, dopo alcuni brutti momenti, decide di rinunciare. Tutti mi guardano, sono l'unico che ancora non ha "tirato" (cioe' che non e' salito da "primo di cordata") e chiaramente tocca a me Supero il primo passaggio difficile, ma piu' su e' ancora peggio ... pian piano salgo, metto qualche chiodo malsicuro mentre la qualita' della roccia diventa sempre peggiore ... Dopo una ventina di metri sono praticamente in trappola; la roccia e' completamente marcia, al punto che non c'e' proprio da far affidamento sui miseri chiodi che riesco a piantare per scendere ... devo salire per forza. Procedo, metro dopo metro, con una lentezza esasperante ... Scarico una valanga di sassi verso il basso; all'inizio non e' un problema perche' sono spostato a sinistra rispetto alla sosta, ma poi rientro un po' a destra e i malcapitati compagni sono proprio sotto tiro; ogni due minuti devono appiattirsi contro la roccia, sotto una minima sporgenza cercando di non farsi colpire da qualche pietra.   Alle 2 G. inizia a lamentarsi (la morosa ...), ma la faccenda e' davvero complicata. All'epoca ancora si discuteva se il 6° grado fosse il limite delle possibilita' umane o se esistesse un 7° (ora le maggiori difficolta' sono quotate con numeri a due cifre!); quel giorno non avevo dubbi sul fatto che il 7° esistesse ... c'ero proprio in mezzo!!   Ricordo ancora benissimo gli ultimi metri prima dell'uscita. Un piccolo tetto da attraversare verso destra sfruttando la fessurina sul fondo, stretta e bagnata (mi vengono ancora i brividi pensando che solo un paio d'anni dopo quel tetto, un blocco di 4-5 metri cubi, e' caduto), poi un muro di 4 metri da salire in verticale; roccia (?) hummm ... praticamente ghiaia. Solo quattro metri piu' su solidi rami di pino mugo sporgenti sul bordo della parete, poi il bosco ... a tre metri d'altezza, poco fuori dalla mia portata, un esile rametto di salice, spuntato li chissa' come ?! Una lunghissima serie di tentativi e rinunce; impossibile! A questo punto i miei ricordi sono un po' confusi; non so bene come, ma con un "lancio" arrivo al rametto, confidando nella forza delle sue radici (o la va o ...) e poi un altro "lancio" fino a prendere un solido ramo di mugo e ... uffff fuori, finalmente!   Nel frattempo sono passate molte ore, sono le 4 del pomeriggio. Un'altra ora se ne va mentre A. sale sbuffando e ripetendo continuamente "Ma come c***o hai fatto? Porc* put****!" Quando anche lui, stravolto, e' nel bosco, sono le 5 ed e' ormai buio (ricordate che e' il 23 novembre).   F. ama sempre ricordare che e' rimasto sul terrazzino della seconda sosta da mezzogiorno fino a sera e che nel frattempo ha visto sulla strada Revolto-Passo Pertica, dall'altro lato della valle, le stesse persone salire e anche ... ritornare!   Dopo una battuta emblematica del nostro stato d'animo ("Beh, il 50% del gruppo e' in salvo") ci rendiamo conto con orrore che abbiamo un piccolo problema . I nostri amici sono 40 metri piu' giu', leggermente spostati in diagonale, e al buio non e' proprio facile lanciargli la corda. Per di piu' i rami di pini mughi sul bordo della parete sono un ostacolo quasi insormontabile; infatti nei primi due tentativi la corda si impiglia sui rami e dobbiamo tirare con tutte le nostre forze per liberarla. In successivi tentativi riusciamo a schivare i mughi, ma la corda arriva sempre troppo lontano dal terrazzino.   Ok, non c'e' altro modo che scendere lungo la corda (fortunatamente abbiamo un discensore), pendolare fino al terrazzino e poi da lì risalire uno alla volta lungo la corda (con nodi autobloccanti). Tiriamo a sorte e naturalmente perdo (che giornata di m**** ); scendo, mentre la corda smuove sassi che mi fischiano attorno nel buio ... Tra discesa (mia) e risalita (di tutti, ultimo F.) passano ancora altre lunghe ore; solo alle 8 di sera siamo tutti nel bosco sopra la parete.   Bene!   Uno chiede "Da che parte si scende?" Ops ... nessuno ha guardato ...   Prendiamo "a naso" verso destra in mezzo ai mughi (e chi ha provato sa cosa vuol dire), costeggiamo la parete fino a trovare un canalone e iniziamo a scendere. Quando termina con un salto roccioso, risaliamo e proviamo il successivo ... Il terzo e' quello buono e, pur con qualche difficolta' (sempre al buio), arriva fino alla base della parete.   Poi, sempre in mezzo ai mughi, dobbiamo tornare indietro sotto la parete per recuperare gli zaini. Alle 10 di sera (notte) abbiamo di nuovo i nostri zaini e ormai solo un facile ghiaione ci separa dal sentiero che riporta a Revolto. G. ha smesso da un pezzo di lamentarsi per l'appuntamento mancato   Ora viene la parte piu' bella . Dovete sapere che, per vari motivi, A. e F. non avevano mai fatto sapere in famiglia che andavano ad arrampicare; al massimo semplici escursioni, ma niente a che vedere con quei "mati che rampéga su par le roce" (erano decisamente altri tempi).   Alle 10 di sera pero' sul Carega non c'e' in giro proprio piu' nessuno e i genitori dei miei amici erano chiaramente preoccupati per il mancato rientro, al punto da decidere di venire a cercarci ... (mia mamma non si era invece preoccupata, per fortuna, pensando che mi fossi fermato in compagnia a casa loro).   Proprio mentre raccogliamo gli zaini, i fari di un paio d'auto risalgono i tornanti della strada tra Giazza e Revolto; e quando, sceso il ghiaione e preso il sentiero, siamo ormai a poche centinaia di metri dal rifugio, le auto arrivano al parcheggio di Revolto e i genitori in ansia iniziano a chiamarci: "A****aaaaa! F******ooooo! G***ooooo!" Che fare? Rispondiamo "Siamo quiiiiiii". Il dialogo che segue e' surreale (immaginatelo nel buio, nel silenzio dei boschi e dei monti, urlato (in dialetto) tra due gruppi di persone a qualche centinaio di metri di distanza) ... "Qui doveeeee?" (chi 'ndoe' ?) "Nel boscooooo" "Ma cosa fate liiiiiii?" (ma sa fasìo lì?) "Arriviamooooooo" ('rivemo) "Si, ma perche' siete ancora liiiiii?" (si, ma parchè sio 'ncora lì?)   Ehm, con la prossima risposta ci siamo sputtanati agli occhi di quei genitori per tutto il resto della nostra vita ... ma era l'unica risposta plausibile per non dover dare troppe spiegazioni   "Ci siamo ... PEEERSIIIIII" (semo persi)   Vi lascio immaginare le sarcastiche battute quando finalmente arriviamo al parcheggio del rifugio (ci hanno accompagnato per anni!).   Dulcis in fundo ... I genitori di F. gestiscono un negozio; il mattino dopo, mentre F. bazzica lì intorno, un cliente dice (in dialetto) "Ieri sono stato sul Carega, bella giornata; c'erano 4 matti sulla roccia davanti a Revolto che arrampicavano" E il papa' di F. "Proprio matti! Mio figlio non farebbe mai cose del genere! Pensa che anche lui ieri e' stato sul Carega, ma e' riuscito a perdersi sul sentiero!"   Grandi alpinisti

PepperAdmin

PepperAdmin

 

Barcelona

We spent a few days in Barcelona in excellent weather. The food was also excellent with lots of peppers.   The spring was really on its way.   The market was full of nice vegetables       The bell peppers was amazingly large, some of them were well over 0,5 kilos! In Sweden bell peppers have 1/3 of that size. Compare them with the normal size eggplants (eggplants have big pods).     Me and some rosemary bushes in the Park Guell.   Some of the stuff we bought. I was extra glad to find Piqullo de Lodosa, one of those peppers that I have never managed to get hold of.

Patahontas

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